martedì 8 gennaio 2013

Palestrati più longevi...

Gli scienziati lo hanno sempre detto, e ribadito più volte in questi ultimi anni, lo sport fa bene, e chi pratica sport vive meglio. E' notizia di questi giorni, invece, l'annuncio ufficiale che attribuisce allo sport l'attributo di "elisir di lungavita".
In un recente uno studio svedese, pubblicato sul 'Bmj,  un gruppo di ricercatori ha monitorato più di un milione di adolescenti per 24 anni, scoprendo che quelli con una minore forza muscolare,  muscoli di gambe e braccia più deboli e una presa decisamente molle,  rischiavano più degli altri di incappare nel corso del tempo in una morte precoce. L’equipe di ricercatori è convenuta sul fatto che gli adolescenti con una forza muscolare oltre la media, correvano un rischio di morte prematura inferiore del 35% rispetto ai soggetti esili o comunque sottoposti al catabolismo muscolare.
I dati raccolti e pubblicati sul British Medical Journal hanno messo in luce che la forza muscolare nei giovani uomini rappresentava anche un fattore di salute importante che aumentava di circa il 30% la possibilità di vivere oltre i 55 anni.
Quindi avere muscoli scolpiti e pettorali di cui vantarsi per gli adolescenti oltre ad essere motivo di vanità, potrebbe anche significare crescere in salute e avere una maggiore aspettativa di vita, inoltre  gli aspiranti “Schwarzenegger” sarebbero molto meno colpiti da istinti suicidi (-30%) e avrebbero meno possibilità di sviluppare uno stato depressivo (-70%).
Nel corso dello studio hanno perso la vita 26.145 uomini (2,3%). La principale causa di decesso è costituita da lesioni accidentali, seguite da suicidio, cancro, malattie cardiache e ictus, quindi gli adolescenti con un fisico esile, presenterebbero un rischio di morte prematura due volte superiore a quello dei propri coetanei.
Mentre in passato si diceva ad un adolescente che doveva "farsi le ossa" oggi dovremmo dire che deve farsi i muscoli, a parte gli scherzi, sì ai corpi muscolosi, ma sempre in modo naturale, alimentazione, vita sana e sport per un fisico da urlo!!!

                                                                                                                   (Fonti Varie)











lunedì 26 novembre 2012

MAX DI FRANCO: “La lettera – Il bambino che sogna”

Oggi voglio parlare di un bambino, che oggi è un uomo.
Un ragazzo che tenacemente ha inseguito i suoi sogni e ce l'ha fatta.
Max Di Franco è un giocatore di pallavolo professionista che oggi racconta la sua storia in un film di prossima uscita, sul blog è possibile vederne il trailer.
Il film documentario sarà presentato al VII Convegno "SPORT PER TUTTI" Grandi Eventi Sportivi ed Olimpiadi di Londra 2012 il 14 Dicembre 2012 presso la Sala delle Lapidi (Aula Consiliare) - Palazzo delle Aquile - Piazza Pretoria 1 – PALERMO
Max nasce a San Cataldo il 7 febbraio 1978 e vive a Ravanusa in provincia di Agrigento sino all’età di 8 anni. Per il resto della sua adolescenza Max vive tra la Germania e Sommatino, un piccolo paese dell'entroterra siciliano. Proprio la mentalità stretta del paese induce Max a desiderare una vita migliore.
Max a 13 anni è già alto 1,83 cm e decide di iscriversi nella squadra locale di pallavolo dalla quale resta molto deluso: era tesserato solo per fare allenamenti sporadici e la partita domenicale.
E’il periodo in cui va in onda la pubblicità del Maxicono, che aveva il grande Andrea Giani come testimonial, atleta che Max ammirava (Giani stesso sarebbe diventato poi suo compagno di squadra nel 2005). Stimolato dal fratello più grande, Franco,che gli diceva sempre "scrivi alla Maxicono", giunge il momento della svolta: Max prende carta e penna e scrive la celeberrima letterina di cui si farà per mesi e mesi un gran parlare, e che sarà pubblicata nelle più importanti testate giornalistiche, sportive e non. Il testo rispecchia il carattere di Max: semplice, diretto e concreto.
"Sono un ragazzo di 14 anni, alto 2 metri; volevo chiedervi se è possibile organizzare un provino da voi, io sono solamente tesserato con la società del mio paese ma partirei da zero!".
Pensava di non avere altra scelta, essendo fuori da realtà sportive che contano. La risposta di Parma è negativa a causa di una campagna acquisti troppo piena;. ma Max non si perde d’animo e continua imperterrito a perseguire il suo sogno scrivendo a Treviso, Ravenna e Modena.
Nel giro di una settimana Carlo Carra (responsabile del settore giovanile della Sisley Treviso di allora), chiama casa Di Franco.
Max vola a Treviso quì conosce subito il direttore sportivo Bruno Da Re e Michele De Conti, rispettivamente General Manager e Segretario Generale. L’incontro successivo è con lo staff tecnico: l’allenatore Michele Zanini, che diviene sin dal primo momento suo papà sportivo.
A quindici anni purtroppo Max ha un fisico gracile (198cm per 78 kg) che non gli permette di reggere ai volumi di lavoro. Il primo mese a Treviso trascorre tra fatica, tristezza e pianti.Ma Max con tanta tenacia e caparbietà porta avanti i suoi massacranti allenamenti quotidiani: forte del fatto che aveva mollato la scuola per diventare un professionista. I sacrifici saranno ben presto ripagati divenendo solo dopo 3 mesi titolare in Under 16.
Avere vicino campioni di quel calibro, era per Di Franco uno stimolo a continuare e a migliorare. Per lui rappresentavano degli idoli, dei modelli che sino a pochi mesi prima ammirava dalla tv: non si abituava mai alle indescrivibili emozioni suscitate dalla loro presenza.
Con 10 kg di muscoli in più, è pronto per iniziare a presenziare alle prime partite ufficiali di Under 16. Arrivano anche le prime convocazioni in nazionale pre-juniores: anche in questa occasione Max si distingue fregiandosi del titolo di Capitano conferitogli dal coach Angelo Lorenzetti. La meritata fascia di Capitano gli farà compagnia agli Europei di Barcellona nel 1995 e ai Mondiali in Portorico: entrambe le esperienza si concluderanno sul secondo gradino del podio.
In questi anni vince altri due titoli con la Junior League e una Medaglia d’Argento ai Mondiali Juniores in Bahrein.
Nel 1996 fa il suo esordio con la prima squadra: partita Treviso-Ravenna. Max è già un piccolo grande campione che, partendo da zero, a distanza di soli quattro anni dalla famosa "lettera", è sulla bocca di tutti. Nel 1998 conquista il primo scudetto di Serie A.
Il 1998 è per Di Franco un anno ricco di emozioni e di buone prestazioni: disputa da titolare anche la Coppa Cev al posto di Gravina. La Sisley vince. Quell'anno lascia Treviso alla volta di Fano: Questa esperienza si conclude male, il Fano retrocede e Di Franco si infortuna: questo è un anno da archiviare.
Deluso ritorna nella sua Sicilia dove milita per due anni nell’Iveco Palermo.
Dopo Palermo Max rifà le valigie, destinazione: Parma. Squadra che dopo tanti anni riprende come sponsor “Maxicono”:quel nome da cui tutto partì, che per lui era sinonimo di sogno.
Di Franco firma un contratto biennale, ma dopo il primo anno la società fallisce. Max si trasferisce a Montichiari. La società lo riconferma anche per la stagione successiva come titolare assoluto.
E’ il 2003. Max è al top della forma, all’apice della carriera e temprato dall’esperienza dell’anno precedente dove ha rischiato di uscire dal”grande giro”. Sigla il suo anno migliore, laureandosi come Migliore Muro del Campionato Italiano.
Finita questa stagione da incorniciare, rientra in Sicilia in aereo: sul volo di linea incontra Julio Velasco, considerato da Max il più grande allenatore di tutti i tempi.Tanto che tra le numerose proposte arrivate delle squadre più prestigiose, opta senza esitare per Modena, la Juventus del volley, allenata proprio da Velasco ed ha, tra l’altro, l’onore di giocatore con il miglior palleggiatore del mondo: il brasiliano Riccardinho.
La sua carriera prosegue a Perugia, partecipando anche alla Champions League e lottando in prima linea per il titolo italiano… obiettivi che a inizio carriera Max vedeva come chimere.
I successi ottenuti lo hanno ripagato di tutto quello che aveva dato in termini di sacrifici e rinunce.
Dopo Perugia, arrivano per Max anni bui e difficili: il morale è basso, milita ora in piccole società, gli arrivano come stangate le retrocessioni in due stagioni di fila: prima Forlì e poi Pineto e stenta ad imporsi nel giro del grande volley.
Per la prima volta nella sua carriera bussano alla porta società di serie A2. La sua scelta cade su Genova.
L'anno successivo Max trasloca per l’undicesima volta nella sua carriera: si va ad Isernia dopo due anni di corteggiamento da parte della dirigenza molisana.
Di Franco ha sempre voglia di sognare, ambizioso quale è,
come ricorda il suo secondo allenatore di quando era ragazzino Nicola Gagliano:  "lo sport è palestra di vita e Max ne è l’esempio.Ha scelto di essere protagonista della sua vita, non si è fatto trascinare da pessimismo e pigrizia, ha preso in pugno la situazione e ha cambiato la sua vita.
Non ha mollato mai, anche nei momenti più difficili ha saputo rialzarsi e tenere duro: lui è stato ed è ancora il costruttore del suo destino perché ha semplicemente voluto realizzare il suo sogno di giocare a pallavolo”.


                                                           Fonti: Varie
                                         (Articolo autorizzato a scopo promozionale)

venerdì 23 novembre 2012

La crisi delle palestre: il nulla oltre il baratro

Ormai nessuno può affermare che la crisi economica non esiste.
Ci siamo dentro, completamente. Lo si vede dai carrelli della spesa semi vuoti, dal numero dei negozi che ogni giorno chiudono per non aprire mai più, dai mercati deserti.
La crisi che ha investito l'Europa sta facendo man bassa in tutti i settori, e questo si sta riflettendo anche in uno dei settori che fino a qualche mese fa registrava ancora il segno più: il benessere.
Il settore del benessere infatti in questi ultimi mesi ha avuto un brusco calo che ha travolto i centri benessere propriamente detti (SPA, centri estetici,, terme), e le palestre.
I medici lo affermano aormai da tempo, praticare attività fisica costante previene numerose malattie: artrosi, malattie cardiovascolari, obesità, diabete, alzehimer, quindi  le palestre, che dovrebbero essere considerate luoghi di cura per eccellenza, grazie alla crisi si svuotano, si registra infatti un calo del 40% delle iscrizioni.
Inoltre gli italiani sono sempre più pigri e sedentari. Aumenta infatti il numero dei connazionali che non praticano sport: a settembre, mese in cui notoriamente si riprende l'attività fisica, si è registrato un calo rispetto allo scorso anno del numero di iscrizioni a circoli sportivi e palestre di circa il 40%. 
A lanciare l'allarme sulla crescente sedentarieta' degli italiani e' anche il Rapporto Osservasalute 2011 del Policlinico Universitario Gemelli: La pratica sportiva, e' il dato che emerge, ha interessato solo meno di un terzo della popolazione, mentre 4 italiani su 10 hanno dichiarato abitudini sedentarie. I livelli di attivita' fisica stanno diminuendo soprattutto tra i giovani: in Italia, solo 1 bambino su 10 pratica attivita' fisica in modo adeguato e 1 bimbo su 2 guarda la tv o gioca con i videogiochi per piu' di 3 ore al giorno.
D'altra parte è pur vero, come ha spiegato Adami, che alcuni pur abbandonando la palestra molti praticano attività fisica per proprio conto. Risulta infatti in aumento il numero delle persone che va a correre nei parchi pubblici o quello di chi va in bici, e si registra un incremento nel commercio degli attrezzi home fitness, anche se tra comprare e usare poi c'è una bella differenza!
Nel frattempo il modo di fare sport, anche a casa si è evoluto: la cyclette si , connette al web mentre si pedala, la mini-bike, invece, pesa solo sei chili e integra anche un computer e un display a cristalli liquidi. 
Intramontabili nell'allenamento tra le pareti casalinghe, stepper e climber modellano gli arti inferiori, in particolare glutei, gambe e polpacci, stimolano la circolazione sanguigna e migliorano l'efficienza cardiaca. Il tapis roulant di ultima generazione, indispensabile per l'allenamento classico, ha sistemi ammortizzanti e motori che simulano una camminata o una corsa senza il rischio di microtraumi. 
Il fitness casalingo può anche essere una soluzione alla crisi, a patto che gli esercizi vengano eseguiti in maniera corretta, perchè anche un solo movimento fatto male può provocare microtraumi che nel tempo potrebbero causare dolori cronici. 
Quindi io consiglierei di farsi assistere, anche solo per un paio di lezioni al mese da un personal trainer, l'importante che sia laureato in scienze motorie, almeno avrete messo la vostra salute in mani esperte!

                                                                                                         Fonti: Varie

mercoledì 21 novembre 2012

Impactotraining: allenarsi in tempo di crisi

In questo blog abbiamo parlato spesso di metodi di allenamento differenti, più o meno efficaci, ma sempre incentrati sul massimo impegno cardiovascolare e muscolare. oggi parlerò di un nuovo metodo, tutto italiano.
Impacto  è un metodo di allenamento basato sull afterburn effect,  che prevede il rapido alternarsi di esercizi   al massimo dell’intensità a esercizi di recupero attivo a intensità minore il risultato? Accelerando in questo modo il  metabolsimo continuando a utilizzare grassi  e calorie come energetico fino a 48 ore succesive l’allenamento. In questo modo si  bruciano 8 volte di piu di un lavoro aerobico tradizionale (corsa, camminata o cyclette). Si  tratta  di esercizi completamente  a carico naturale  che puoi svolgere dove si vuole: dentro casa,in ufficio, al parco, senza l’utilizzo di alcun peso, ne’ di alcun attrezzo.
L'ultima frontiera del fitness prevede solo di avere a disposizione un prato, scale, panchine e superfici irregolari, niente quindi, costosissimi abbonamenti a palestre, il che in tempo di crisi è un'ottima cosa. 
 Il nuovo metodo, ideato da Fabio Inka, rende l'allenamento più vario, divertente e meno monotono, e questo può essere visto come un incentivo, visto che spesso la pratica dell'attività fisica viene interrotta proprio a causa della monotonia, inoltre lavorando all'aria aperta si coinvolge la mente oltre che il corpo, regalandoci un benessere globale. 
Grazie a questo coinvolgimento al 100% l'impactotraining ottiene ottimi risultati in tempi più brevi rispetto ad un allenamento di tipo classico. 
Inoltre mescolare questo tipo di allenamento con un allenamento aerobico porta un consumo di grassi fino a nove volte superiore, a patto che gli esercizi siano svolti a grande intensità.
Comunque c'è sempre da ricordare che visto che l'obiettivoè perdere grasso e non muscoli. bisogna comunque associare un' alimentazione  bilanciata e seguire le semplici regole del vivere bene: non fumare, e non esagerare con i cibi spazzatura.



                                                                                                 Fonti: varie

martedì 2 ottobre 2012

AUTUNNO E CADUTA DEI CAPELLI: verità o false credenze?

Questo è il periodo in cui guardando la spazzola e dando un'occhiata al numero di capelli che vi rimangono sopra si pensa alle castagne, sperando che questo periodo passi in fretta per poter vedere di nuovo le nostre chiome risplendere di vita. Questo per quanto riguarda il mito, ora vediamo cosa dice la scienza.
La caduta dei capelli fino ad un centinaio al giorno per le chiome più folte va considerato un normale processo fisiologico della vita dei capelli. Crescita, caduta e ricrescita dei capelli è un ciclo che in un individuo si ripete circa 20 volte, e a volte un ciclo può durare anche 6 anni. Finchè la caduta dei capelli rientra nei confini di questo ciclo di ricrescita non deve preoccupare, ma considerato normale.
Se il rapporto fra capelli in fase di ricrescita e quelli che cadono si sbilancia, e questi ultimi diventano più numerosi, allora siamo in presenza di un problema e dobbiamo cominciare a preoccuparci.
Per quanto riguarda i rimedi pubblicizzati contro la perdita dei capelli alcuni sono veramente efficaci, altri un po’ meno, alcuni sono reali, altri presunti. Per scegliere il rimedio indicato per il proprio problema tra le tante opzioni è importante rivolgersi a un dermatologo esperto in grado di diagnosticare la causa e, da lì, il rimedio migliore e più efficace per frenare o contrastare la caduta. 
Come abbiamo detto in alcuni periodi, come la primavera e l’autunno, la caduta di capelli si intensifica e il numero di quelli “persi” cresce di molto. Ma questa perdita stagionale è, in genere, un fenomeno temporaneo e reversibile che verrà, quindi, affrontato in un certo modo.
Una delle cose da non fare assoltamente è quella di non farsi prendere dal ‘panico della caduta dei capelli’. Questa condizione, infatti, per via psicosomatica, ne accentua la caduta. Se ci si accorge che i capelli stanno cadendo o diradandosi bisogna recarsi subito dal dermatologo per approfondirne la causa. I rimedi, infatti, sono strettamente legati alle cause. Si deve tenere presente che i fattori responsabili della caduta dei capelli sono veramente tanti: la predisposizione genetica (che è quella più importante), gli ormoni o, meglio, la risposta dell’organismo agli ormoni, la nutrizione del sangue ai capelli, le diete drastiche che causano numerose carenze (soprattutto di ferro), lo stress prolungato e l’uso di alcuni farmaci. Anche interventi chirurgici e traumi psichici o fisici inducono un periodo di caduta dei capelli così come il periodo subito dopo il parto, con le sue improvvise variazioni ormonali
Una volta individuata la causa, si deve agire. Se, quindi, si tratta di un problema legato agli ormoni, si useranno farmaci in grado di bloccare il segnale da loro emesso sui capelli. Se la causa è la circolazione del sangue si agisce con i cosiddetti fluidificanti del sangue. Se si tratta di perdita di capelli dovuta a carenze nutrizionali si cerca di reintegrare queste mancanze nell’organismo. Se, infine, si tratta di caduta dei capelli a causa di malattie o di assunzione di farmaci si curano le malattie o si sostituiscono i farmaci. Se c’è una forte predisposizione genetica è più difficile arrestare o arginare la caduta e, in questi casi, si ricorre al trapianto con microinnesti di capelli ‘sani’  che danno un effetto assolutamente naturale e che cresceranno normalmente senza il rischio che il problema di caduta si ripresenti. 
Gli shampoo,  le lozioni o gli integratori hanno senso solo per supportare la cura vera e propria. Questi prodotti possono essere utilizzati soprattutto quando la perdita dei capelli è stagionale o quando è legata a fattori come lo stress, il parto o le diete drastiche, per cui l’organismo ha bisogno di rimettersi in forma. 
Spesso, noi donne soprattutto, pensiamo che i trattamenti estetici possano accentuare il problema, ma
 permanenti, tinture, colpi di sole, lacche e gomme non danneggiano i capelli. Le stirature a caldo possono provocare ustioni con cicatrici dove non ricrescono più i capelli così come certe pettinature etniche completamente inadatte al nostro tipo di capelli, ma nulla di più.  
Quindi importante è conoscere la causa della caduta. 
Comunque possiamo mantenere la nostra chioma bella durante tutto l'anno e soprattutto in autunno, (ma solo perchè i frequenti lavaggi estivi, il sole, mare e piscina hanno messo i nostri capelli davvero a dura prova), con rimedi naturali, o meglio coccolandoli e coccolandoci un pò. Dobbiamo però essere diligenti quando tentiamo di risolvere questo problema grazie ai rimedi naturali. Infatti essi non mostrano alcun effetto immediato e la pazienza è fondamentale. 
  • Alcuni cibi come il miglio (contiene acido silicico che dà struttura alle chiome) e poi agrumi, peperoni, kiwi, ribes nero (forniscono vitamina C che riduce l’azione dei radicali liberi), carne, uova, legumi e vegetali a foglia verde (sono fonte di cistina, un aminoacido che entra a far parte della cheratina, la proteina che forma le cellule della fibra capillare) sono un vero e proprio toccasanaper i nostri capelli.

  •  Potrebbe essere utile anche assumere integratori specifici che agiscano in modo mirato su bulbi, cuoio capelluto e microcircolo, contenenti aminoacidi, antiossidanti, betacarotene, Serenoa Repens, selenio, zinco, vitamine C, A ed E. Questi integratori naturali hanno la capacità di migliorare il volume dei capelli, frenarne la caduta e aumentarne sensibilmente il diametro.
  • I massaggi con l'olio di mandorle sono consigliati anche per chi nota che la propria linea di capelli sta retrocedendo. Dev'essere applicato due o tre volte durante il giorno. Le barbabietole con l'aggiunta di pasta di hennè può controllare, a sua volta, la caduta dei capelli in modo significativo.

    Massaggiare il cuoio capelluto assieme agli oli essenziali come il rosmarino e la lavanda questi oli su una base di routine è un ottimo modo per incoraggiare i capelli a ricrescere, il modo migliore per utilizzare l'olio è quello di metterne un po' sul cuoio capelluto dopo lo shampoo, lasciare in posa per 10 - 15 minuti e risciacquare. Per i casi più moderati, saturate il cuoio capelluto con l'olio prima di andare a letto e poi coprire la testa con una cuffia per la doccia e dormire con l'olio nei capelli. Sciacquate al risveglio. Questa operazione può essere eseguita una o due volte al mese, poiché troppi di questi trattamenti renderanno i vostri capelli troppo grassi.Anche i tuorli forniscono i nutrienti necessari per i capelli. Si può anche scegliere di applicare l'albume. Utilizzatelo mezz'ora prima di lavare i capelli.

    Il calcio è un altro nutriente importante per rafforzare i follicoli piliferi e le radici nel vostro cuoio capelluto. Quindi, comprendete alimenti ricchi di calcio nella dieta.

    Gli alimenti più utili sono quelli ricchi di proteine, che sono: le uova, mandorle, frutti di mare, yogurt, prodotti di soia, ecc.
    Seguite uno qualsiasi di questi consigli per notare subito la differenza, i rimedi della nonna, contro la caduta dei capelli, richiedono tempo e pazienza ma è assicurato ottenere un certo miglioramento!



                                                                                                                  (Fonti: Varie)

     

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lunedì 24 settembre 2012

Leggings: la moda che non si adatta a tutte.

Ho provato a resistere, volevo resistere, ma oggi non posso più farlo. 
Mi guardo in giro e vedo donne con leggings dappertutto, anzi vedo qualsiasi donna con i leggings dappertutto. E, diciamocelo proprio, questo must della moda non sta bene proprio a tutte!
I leggins sono un indumento, dal curioso nome, che è andato per la maggiore negli anni Ottanta e primi anni Novanta. E come spesso succede nella moda, questi aderentissimi pantaloni sono tornati di moda negli ultimi tempi, grazie anche alla loro comodità, ma anche alla sensualità.
Essi infatti hanno cominciato a essere di nuovo presenti nei nostri armadi a partire dal 2005, ma in realtà non sono un capo d’abbigliamento completamente nuovo. Negli anni ’80 e ’90, infatti, li indossavamo già ma allora li chiamavamo fuseaux e come tali vanno trattati quando si indossano.
Ora il maggior difetto di questi "pantacollant" è quello di mettere in risalto i difetti, anche in chi non ne ha, e perciò bisognerebbe pensarci bene quando si indossano.
Quando la moda li ha riproposti, gli stilisti li hanno abbinati a lunghissime maglie o a mini dress, oggi, dopo qualche anno dal loro rilancio, le maglie si sono accorciate, e da sotto abito, il leggings è ritornato ad essere "pantalone".
Purtroppo tutte le cose che gli stilisti lanciano in passerella, non sempre sono mettibili dalla gente comune, anzi diciamo proprio la maggior parte, cosi dovrebbe essere anche per i leggings non necessariamente dobbiamo ubbidire alla moda e non chiederci se il modello prodotto ci esalta o appesantisce.
Ho iniziato quindi a chiedermi a chi donano i leggings, ci sono certi tipi di gamba a cui donano e altri no. Essendo tagliato alla caviglia o peggio al polpaccio sicuramente non slanciano le gambe ma le accorciano. In più se le caviglie non sono sottili, l'interruzione in quel punto le evidenzierà e le penalizzerà. Se poi si sceglie il modello al polpaccio è necessario possederlo molto fine e avere un'altezza di almeno un metro e 75. Certo che se i leggings saranno infilati in un paio di stivali questi due difetti decadono perché è come indossare dei collant. Il difetto principe però che i leggings mettono in evidenza è la sproporzione. Il fatto avvolgono la gamba in tutta la sua lunghezza e che sono aderenti a polpaccio e caviglia crea un'illusione ottica per la quale se il bacino non è della stessa dimensione delle larghezza delle caviglie, risulta più grande. Esempio:
 Quindi si a chi ha i fianchi e il bacino piccolo, altrimenti è meglio evitare.
L'altro difetto che è  messo in evidenza solo da leggings in tessuto sottile o sformato o di bassa qualità è la Cellulite a vista. 
Oltre alla cellulite tutti i rotolini, le culotte de cheval e i polpacci da calciatore vengono messi in chiara evidenza da questo tessuto, perciò i leggings donano a chi è magra, alta, slanciata, ha il bacino piccolo, le caviglie sottile e sedere e cosce sode. Chi è robusta, formosa o semplicemente non longilinea, ha caviglie grosse, fianchi larghi o anche semplicemente normali e un po' di curve non starà bene con i leggings! Ma anche chi è magra e ossuta, con gambe molto sottili risulterà ancora più magra se lì indosserà soprattutto in colori scuri.
Un pro da evidenziare per i leggings, ed è l'unico, è la comodità, sono freschi d'estate, e caldi d'inverno, ma attenzione, questa comodità non deve prevalere sul buongusto.  Quindi si ai leggings sotto abitini e maxi pull anche per chi è in sovrappeso o non è "perfetta" come una modella, ma per favore evitiamo di metterli come se fossero il più bel paio di pantaloni che abbiamo e prima di uscire di casa buttiamo l'occhio al nostro lato B!











                                                                                                                                  (Fonti: Varie)



mercoledì 29 agosto 2012

Procreazione assistita: il diritto alla VITA.

Oggi voglio parlare di un argomento che non dovrebbe stare in questo post, ma vista l'importanza ho deciso di postare. Si tratta della Legge 40 dell'ordinamento civile italiano, la legge che riguarda la procreazione assistita.

"La legge definisce la procreazione assistita come l'insieme degli artifici medico-chirurgici finalizzati al «favorire la soluzione dei problemi riproduttivi derivanti dalla sterilità o dall'infertilità umana [...] qualora non vi siano altri metodi efficaci per rimuovere le cause di sterilità o di infertilità» (...) All'articolo 2 poi si afferma che lo Stato promuove «ricerche sulle cause patologiche, psicologiche, ambientali e sociali dei fenomeni della sterilità e dell'infertilità e favorire gli interventi necessari per rimuoverle nonché per ridurne l'incidenza», ma nel rispetto di «tutti i soggetti coinvolti, compreso il concepito».
Alle tecniche di procreazione assistita possono accedere «coppie maggiorenni di sesso diverso, coniugate o conviventi, in età potenzialmente fertile, entrambi viventi». È vietato il ricorso a tecniche di fecondazione eterologa.
L'articolo 14 vieta la crioconservazione degli embrioni, per ridurre il soprannumero di embrioni creato in corso di procreazione assistita. La crioconservazione è però consentita per temporanea e documentata causa di forza maggiore, non prevedibile al momento della fecondazione."

E' notizia di questi giorni il caso di due coniugi italiani, portatori sani di fibrosi cistica, (La fibrosi cistica (FC), o mucoviscidosi, o malattia fibrocistica del pancreas. È la malattia genetica ereditaria mortale più comune nella popolazione caucasica.) che si sono rivolti alla Corte Europea per poter mettere al mondo un figlio che sia sano, i coniugi hanno già un figlio che, purtroppo, è affetto da fibrosi cistica, e un aborto alle spalle.
L'unico modo per avere un figlio sano è quello di ricorrere alla diagnosi preimpianto, si tratta cioè di vedere quale embrione non è portatore della malattia e impiantarlo. Purtroppo in Italia questo non si può fare, ma si può abortire un feto che si scopra abbia la malattia.
Io non so se è più doloroso per 2 genitori scartare un embrione "malato" piuttosto che abortire dopo settimane di attesa, ma credo che se la scienza può aiutare un nuovo essere a vivere una vita indipendente da macchine e medicine ben venga.
Se poi si pensa che possa passare dalla "diagnosi pre-impianto" all' eugenetica, forse sarebbe il caso di aggiustare la legge e mettere dei paletti, adottando la diagnosi pre-impianto solo ed esclusivamente per curare e non per fare "aggiustamenti estetici" sull'embrione. 
In un periodo di crisi economica, in cui l'assistenza alle persone diversamente abili è calata, in cui l'assistenza alle famiglie è nulla, forse dare una speranza di vita migliore alle generazioni future sarebbe meglio. 
Ovviamente questo è il mio pensiero, chiunque può replicare.
Purtroppo oggi la medicina viene usata anche per scopi lontani da quelli che sono gli scopi primari, ovvero la cura delle malattie: "La medicina è la scienza che si occupa della salute della persone, in particolare riguardo alla definizione, alla prevenzione e alla cura delle malattie."
Quindi in un non lontano futuro spero che la medicina possa riprendersi il suo ruolo e che quando un medico giura lo faccia senza dimenticare quello che dice!

Dal giuramento di Ippocrate (versione moderna).
  • di perseguire la difesa della vita, la tutela della salute fisica e psichica dell'uomo e il sollievo della sofferenza, cui ispirerò con responsabilità e costante impegno scientifico, culturale e sociale, ogni mio atto professionale;
  • di curare ogni paziente con eguale scrupolo e impegno, prescindendo da etnia, religione, nazionalità, condizione sociale e ideologia politica e promuovendo l'eliminazione di ogni forma di discriminazione in campo sanitario;
                                                                                                                            (Fonti varie)