giovedì 19 luglio 2012

Emilia Romagna. Al via il progetto “Palestra sicura”

La Regione ha voluto creare una rete di strutture certificate dal Ssr dove poter svolgere sia attività fisica, tutelando la salute con azioni di contrasto verso le sostanze dopanti, sia attività terapeutica, con l’ausilio di personale specializzato e con la presenza di defibrillatori.

Una rete di palestre e strutture sportive certificate dal Servizio sanitario regionale dove svolgere attività fisica finalizzata alla tutela della salute e dove svolgere attività fisica prescritta come terapia  da medici del Servizio sanitario a persone con specifici problemi di salute. È questo l’obiettivo del progetto regionale “Palestra sicura: prevenzione e benessere”, un progetto sperimentato per due anni ed esteso ora a tutta l'Emilia-Romagna.

Due sono le tipologie di palestre e strutture sportive, indicate nel progetto: le “palestre etiche” dove si può svolgere attività fisica finalizzata alla prevenzione e alla tutela della salute e dove si sviluppano azioni di contrasto all'uso improprio di farmaci, interventi di prevenzione dei rischi legati al consumo di sostanze psicoattive (alcol e sostanze stupefacenti) e delle sostanze dopanti,  interventi per favorire un corretta alimentazione e limitare l'uso di integratori alimentari ; le “palestre sicure” dove è possibile praticare l’attività fisica prescritta come terapia dai medici del Servizio sanitario regionale in quanto vi opera personale specializzato e opportunamente formato e dove sono in dotazione defibrillatori cardiaci.

Per ottenere la certificazione di palestra etica, occorre l’adesione a un codice etico, che contiene principi generali e impegni specifici, comporta ispezioni e controlli da parte dei Servizi di medicina dello sport delle Aziende Usl per verificare il possesso dei requisiti previsti, e richiede l'obbligo di partecipazione alle attività di formazione organizzate a livello locale e regionale nell'ambito del progetto. Per avere questa certificazione occorre presentare la richiesta al Comune che, al termine delle verifiche, invia il nulla osta alla Regione che tiene l’elenco delle palestre etiche. Le Palestre etiche possono così collaborare con la Regione, gli Enti locali, le Aziende sanitarie per organizzare anche iniziative di informazione e supporto e consulenza ai professionisti impegnati nella struttura (per esempio, istruttori e allenatori) rispetto a temi come: problemi relazionali, episodi di violenza e aggressività, utilizzo di sostanze legali e illegali, problemi nutrizionali, abuso di farmaci.

Per ottenere il riconoscimento di palestra sicura, e quindi per poter offrire attività fisica prescritta da medici del Servizio sanitario regionale, le palestre e le strutture sanitarie che hanno già la certificazione di palestra etica, devono avere i seguenti  requisiti: impiegare laureati in scienze motorie o diplomati Isef appositamente formati attraverso corsi organizzati da Regione e Università che permettono di ottenere la qualifica di “referente per la salute”; avere in dotazione defibrillatori cardiaci (i dispositivi che possono ristabilire il regolare battito cardiaco in caso di arresto cardio-respiratorio). Per ottenere il riconoscimento di “palestra sicura”, occorre rivolgersi ai “referenti per la salute” e, successivamente, ai Servizi di medicina dello sport delle Aziende Usl.

Sul portale del Servizio sanitario regionale Saluter, www.saluter.it/palestrasicura , oltre ad informazioni approfondite sul progetto, sono disponibili:  un primo elenco di palestre etiche già riconosciute, due elenchi dei “referenti per la salute” (già formati con un corso tenutosi in autunno 2011),  il codice etico a cui bisogna aderire per ottenere la certificazione di “palestra etica”, il modulo per la certificazione di palestra etica da presentare ai Comuni.

                                                                                                  (Fonte:http://www.quotidianosanita.it/regioni-e-asl)

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