C'è chi usa i pannolini tradizionali, chi quelli lavabili ecologici e naturali e poi c'è chi non utilizza proprio i pannolini sin dalla nascita. Questo metodo viene chiamato EC elimination communication o IPT infat potty training ovvero educazione precoce al vasino
Per documentarci dato che in Italia non sono poi molti i genitori che si sono già avvicinati a questa filosofia anche se noi di Pianetamamma abbiamo già intervistato una coppia che la pratica, siamo andati a spulciare nell'unico sito italiano dedicato al tema 'vita senza pannolino' ed ecco tutte le info che abbiamo estrapolato, per chi vuole provare o per chi è solo curioso e vuole saperne di più.
Che cos’è l’educazione al vasino?
Con questo termine viene indicato un momento molto delicato della vita del bambino in cui si insegna come usare il vasino per fare la pipi’ e per andare di corpo. Alcuni studiosi usano il termine anche di educazione sfinteriale, cioe’ di educazione al controllo degli sfinteri sia per la minzione che per la defecazione.
Gli sfinteri sono muscoli ad anello posti intorno ad un orifizio (l’ano), la cui contrazione ne provoca la chiusura. Il processo di defecazione comprende il rilasciamento del muscolo sfintere anale interno, dello sfintere anale esterno (volontario), e il rilasciamento del muscolo puborettale. L’azione del cosiddetto torchio addominale (contrazione dei muscoli della parete dell’addome) determina la fuoriuscita delle feci. La posizione accovacciata facilita notevolmente l’azione di questi muscoli. Viene riportato che il “controllo completo” degli sfinteri avviene in genere tra i 18 mesi e i due anni, epoca in cui il piccolo impara a controllare volontariamente la vescica e l’intestino. Uno studio dal titolo “Educazione assistita al vasino in una famiglia occidentale”, e’ stato pubblicato negli Stati Uniti nell’Aprile 2004 sulla autorevole rivista medica “The Journal of Developmental and Behavioral Pediatrics” mostra come gli sfinteri del lattante siano molto più pronti e funzionanti di quanto si creda comunemente. Questa ricerca si fonda sull’osservazione attenta del bambino al fine di imparare a riconoscere i segnali premonitori di scariche e minzioni e gli orari. Al contrario di quello che spesso si pensa, esiste un controllo sfinteriale involontario anche nel lattante che lo porta a urinare e a defecare più volte al giorno. Se così non fosse, eliminerebbe continuamente pipì e feci, il che non avviene
In cosa consiste l’educazione al vasino assistita precoce?
Fondamentalmente i metodi di educazione al vasino si suddividono in precoci (inizio dai primi mesi di vita) e tardivi (inizio dopo i 18 mesi d’eta’), in indipendenti (di solito tardivi) ed assistiti (di solito precoci).
Già a partire dal secondo mese, la mamma dovrebbe cominciare a osservare i tipi di pianto e le espressioni del viso che possono anticipare la necessità del bimbo di defecare o urinare. Nel caso della defecazione o della minzione, infatti, il pianto è in genere di tono più basso, di breve durata, si interrompe dopo la scarica o lo svuotamento della vescica ed è molto diverso da quello stimolato, per esempio, dalla fame. E’ un tipo di pianto piu’ in relazione ad uno stato di fastido. Per la defecazione, il viso potrebbe diventare rosso.
Comunque, ogni bimbo è unico, i suoi segnali sono diversi. Ci sono i bimbi che non danno nessun segno prima di scaricarsi, in questi casi, si potrebbe fare piu’ attenzione ad orari, relazione con i pasti, o altri comportamenti. Nei primi mesi di vita, inoltre, le scariche avvengono soprattutto subito dopo la pappa e la minzione subito dopo la nanna e poi dopo qualche minuto o ora, quando la vescica si è riempita. Anche questa relazione può essere d’aiuto ai genitori nel capire le esigenze del piccolo.
L’elevato numero di minzioni durante i primi mesi puo’ rendere difficile un controllo completo per cui non bisogna scoraggiarsi se, a volte, non si riesce a cogliere per tempo i suoi “segnali” legati alla necessità di fare la pipi’ o di scaricarsi.
Quindi in pratica: dai 2-3 mesi è bene dopo alcuni giorni di osservazione, si può già portare il bimbo al bagno in occasione dei segnali premonitori. Il lattante verra’ tenuto in braccio con la sua schiena appoggiata al nostro torace e con le gambine aperte su una bacinella d’acqua sul lavandino per essere comodi. Questa posizione verra’ mantenuta per alcuni minuti in attesa della scarica o della pipi’. Dai 7-8 mesi, quando il piccolo è in grado di star seduto da solo, è invece possibile farlo sedere sul vasino. Comunque, bisogna sempre sostenerlo quando necessario. In questo modo, si ottiene una posizione più fisiologica (cioè naturale), con cui il bebè può spingere con maggior facilità. A partire da questa età, inoltre, il piccolo potrebbe essere in grado di associare la posizione “da seduto” con l’atto di scaricarsi e difficilmente manifesterà rifiuto per il vasino. Anzi, quando sarà in grado di esprimersi verbalmente, potrebbe essere lui stesso a chiedere, per esempio, di fare la pipì o la cacca.
Per chi e’ adatto il metodo precoce assistito?
In generale qualsiasi bambino può intraprendere l’educazione assistita all’uso del vasino. La parte piu’ importante viene svolta non dal bimbo, ma da chi normalmente si occupa di lui. Durante il primo anno, infatti, è necessario dedicare tempo all’osservazione e alla cura del piccolo
Iniziare nel primo mese di vita
Se siete intenzionati, la nascita è senz’altro il momento migliore per iniziare. Ci si potrà chiedere se sia possibile, con tutte le cose che ci sono da fare con un neonato, seguire anche questa necessità. La regola fondamentale per chi inizia così presto è seguire i propri ritmi. Soprattutto se si tratta del primo figlio, una madre nel primo mese può trovarsi in difficoltà per molti motivi: deve prendere confidenza col proprio bambino, deve far partire bene l’allattamento, prendere i muovi ritmi di sonno dettati dal bambino, e via dicendo.
Si può decidere di non usare mai i pannolini, utilizzando delle pezze in cotone o spugna da mettere sotto il sedere del piccolo, oppure di adottare sistemi misti: misto con l’usa e getta, oppure con i lavabili in cotone. Oppure usare sempre i pannolini, lavabili o usa e getta, ma prestare ugualmente attenzione alle necessità del bambino. In questo caso l’uso dei pannolini in cotone (senza la mutandina protettiva impermeabile) è più indicato per allenarsi, mentre è meglio tenere di scorta gli usa e getta solo per le situazioni in cui mi era impossibile un cambio immediato del bambino (come nei primi viaggi in auto), e per i momenti di stanchezza.
Non è detto che il sistema adottato debba essere sempre uguale: si può decidere di usare sempre i lavabili in un primo periodo, poi si può optare per toglierli del tutto oppure mantenerli e toglierli al momento del “bisogno”, si può continuare ad usare un usa e getta di notte, (per quanto la notte è ancora più facile che di giorno), si può non avere le energie per “seguire” tutto il giorno il bambino e fare solo mezza giornata senza pannolino… E’ fondamentale seguire il proprio istinto e non caricarsi troppo di aspettative
Quali possono essere i segnali?
La gamma è ampia, e varia in funzione dell'età, del carattere, del momento particolare... i più comuni però sono questi:
- pianto (o verso, o parola se bimbo grandicello) caratteristico
- toccarsi il pancino o il sedere o i genitali
- per i maschietti, un"irrequietezza" del pisellino
- irrequietezza generale
- di notte, risveglio immotivato o girarsi e rigirarsi
- smorfia del viso
- contrazione della pancia
- trattenere il respiro (proprio un attimo prima di farla!!)
- fermarsi di botto durante i giochi
- per la cacca, è di solito evidente l'inizio delle "spinte"
Per documentarci dato che in Italia non sono poi molti i genitori che si sono già avvicinati a questa filosofia anche se noi di Pianetamamma abbiamo già intervistato una coppia che la pratica, siamo andati a spulciare nell'unico sito italiano dedicato al tema 'vita senza pannolino' ed ecco tutte le info che abbiamo estrapolato, per chi vuole provare o per chi è solo curioso e vuole saperne di più.
Che cos’è l’educazione al vasino?
Con questo termine viene indicato un momento molto delicato della vita del bambino in cui si insegna come usare il vasino per fare la pipi’ e per andare di corpo. Alcuni studiosi usano il termine anche di educazione sfinteriale, cioe’ di educazione al controllo degli sfinteri sia per la minzione che per la defecazione.
Gli sfinteri sono muscoli ad anello posti intorno ad un orifizio (l’ano), la cui contrazione ne provoca la chiusura. Il processo di defecazione comprende il rilasciamento del muscolo sfintere anale interno, dello sfintere anale esterno (volontario), e il rilasciamento del muscolo puborettale. L’azione del cosiddetto torchio addominale (contrazione dei muscoli della parete dell’addome) determina la fuoriuscita delle feci. La posizione accovacciata facilita notevolmente l’azione di questi muscoli. Viene riportato che il “controllo completo” degli sfinteri avviene in genere tra i 18 mesi e i due anni, epoca in cui il piccolo impara a controllare volontariamente la vescica e l’intestino. Uno studio dal titolo “Educazione assistita al vasino in una famiglia occidentale”, e’ stato pubblicato negli Stati Uniti nell’Aprile 2004 sulla autorevole rivista medica “The Journal of Developmental and Behavioral Pediatrics” mostra come gli sfinteri del lattante siano molto più pronti e funzionanti di quanto si creda comunemente. Questa ricerca si fonda sull’osservazione attenta del bambino al fine di imparare a riconoscere i segnali premonitori di scariche e minzioni e gli orari. Al contrario di quello che spesso si pensa, esiste un controllo sfinteriale involontario anche nel lattante che lo porta a urinare e a defecare più volte al giorno. Se così non fosse, eliminerebbe continuamente pipì e feci, il che non avviene
In cosa consiste l’educazione al vasino assistita precoce?
Fondamentalmente i metodi di educazione al vasino si suddividono in precoci (inizio dai primi mesi di vita) e tardivi (inizio dopo i 18 mesi d’eta’), in indipendenti (di solito tardivi) ed assistiti (di solito precoci).
Già a partire dal secondo mese, la mamma dovrebbe cominciare a osservare i tipi di pianto e le espressioni del viso che possono anticipare la necessità del bimbo di defecare o urinare. Nel caso della defecazione o della minzione, infatti, il pianto è in genere di tono più basso, di breve durata, si interrompe dopo la scarica o lo svuotamento della vescica ed è molto diverso da quello stimolato, per esempio, dalla fame. E’ un tipo di pianto piu’ in relazione ad uno stato di fastido. Per la defecazione, il viso potrebbe diventare rosso.
Comunque, ogni bimbo è unico, i suoi segnali sono diversi. Ci sono i bimbi che non danno nessun segno prima di scaricarsi, in questi casi, si potrebbe fare piu’ attenzione ad orari, relazione con i pasti, o altri comportamenti. Nei primi mesi di vita, inoltre, le scariche avvengono soprattutto subito dopo la pappa e la minzione subito dopo la nanna e poi dopo qualche minuto o ora, quando la vescica si è riempita. Anche questa relazione può essere d’aiuto ai genitori nel capire le esigenze del piccolo.
L’elevato numero di minzioni durante i primi mesi puo’ rendere difficile un controllo completo per cui non bisogna scoraggiarsi se, a volte, non si riesce a cogliere per tempo i suoi “segnali” legati alla necessità di fare la pipi’ o di scaricarsi.
Quindi in pratica: dai 2-3 mesi è bene dopo alcuni giorni di osservazione, si può già portare il bimbo al bagno in occasione dei segnali premonitori. Il lattante verra’ tenuto in braccio con la sua schiena appoggiata al nostro torace e con le gambine aperte su una bacinella d’acqua sul lavandino per essere comodi. Questa posizione verra’ mantenuta per alcuni minuti in attesa della scarica o della pipi’. Dai 7-8 mesi, quando il piccolo è in grado di star seduto da solo, è invece possibile farlo sedere sul vasino. Comunque, bisogna sempre sostenerlo quando necessario. In questo modo, si ottiene una posizione più fisiologica (cioè naturale), con cui il bebè può spingere con maggior facilità. A partire da questa età, inoltre, il piccolo potrebbe essere in grado di associare la posizione “da seduto” con l’atto di scaricarsi e difficilmente manifesterà rifiuto per il vasino. Anzi, quando sarà in grado di esprimersi verbalmente, potrebbe essere lui stesso a chiedere, per esempio, di fare la pipì o la cacca.
Per chi e’ adatto il metodo precoce assistito?
In generale qualsiasi bambino può intraprendere l’educazione assistita all’uso del vasino. La parte piu’ importante viene svolta non dal bimbo, ma da chi normalmente si occupa di lui. Durante il primo anno, infatti, è necessario dedicare tempo all’osservazione e alla cura del piccolo
Iniziare nel primo mese di vita
Se siete intenzionati, la nascita è senz’altro il momento migliore per iniziare. Ci si potrà chiedere se sia possibile, con tutte le cose che ci sono da fare con un neonato, seguire anche questa necessità. La regola fondamentale per chi inizia così presto è seguire i propri ritmi. Soprattutto se si tratta del primo figlio, una madre nel primo mese può trovarsi in difficoltà per molti motivi: deve prendere confidenza col proprio bambino, deve far partire bene l’allattamento, prendere i muovi ritmi di sonno dettati dal bambino, e via dicendo.
Si può decidere di non usare mai i pannolini, utilizzando delle pezze in cotone o spugna da mettere sotto il sedere del piccolo, oppure di adottare sistemi misti: misto con l’usa e getta, oppure con i lavabili in cotone. Oppure usare sempre i pannolini, lavabili o usa e getta, ma prestare ugualmente attenzione alle necessità del bambino. In questo caso l’uso dei pannolini in cotone (senza la mutandina protettiva impermeabile) è più indicato per allenarsi, mentre è meglio tenere di scorta gli usa e getta solo per le situazioni in cui mi era impossibile un cambio immediato del bambino (come nei primi viaggi in auto), e per i momenti di stanchezza.
Non è detto che il sistema adottato debba essere sempre uguale: si può decidere di usare sempre i lavabili in un primo periodo, poi si può optare per toglierli del tutto oppure mantenerli e toglierli al momento del “bisogno”, si può continuare ad usare un usa e getta di notte, (per quanto la notte è ancora più facile che di giorno), si può non avere le energie per “seguire” tutto il giorno il bambino e fare solo mezza giornata senza pannolino… E’ fondamentale seguire il proprio istinto e non caricarsi troppo di aspettative
Quali possono essere i segnali?
La gamma è ampia, e varia in funzione dell'età, del carattere, del momento particolare... i più comuni però sono questi:
- pianto (o verso, o parola se bimbo grandicello) caratteristico
- toccarsi il pancino o il sedere o i genitali
- per i maschietti, un"irrequietezza" del pisellino
- irrequietezza generale
- di notte, risveglio immotivato o girarsi e rigirarsi
- smorfia del viso
- contrazione della pancia
- trattenere il respiro (proprio un attimo prima di farla!!)
- fermarsi di botto durante i giochi
- per la cacca, è di solito evidente l'inizio delle "spinte"
(Fonti:www.pianetamamma.it)
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