sabato 4 maggio 2013

Tanoressia: quando la tintarella diventa una droga


Con il termine tanoressia si intende la compulsione ad esporsi esageratamente ai raggi solari. Come l'anoressia anche la tanoressia può essere considerata una dispercezione corporea. Se l’anoressico non si vede mai abbastanza magro, allo stesso modo il tanoressico ritiene di non essere mai sufficientemente abbronzato, suggestione che può portare il soggetto ad una forma di dipendenza dall'abbronzatura.
Nel 2005 un'èquipe di studiosi della University of Texas Medical Branch di Galveston ha realizzato un questionario i cui risultati sono stati pubblicati sulla rivista Archives of Dermatology, risultati che secondo gli autori dimostrerebbero l'esistenza di un disordine psichico assimilabile alla dipendenza da droghe o alcool ma relativo all'eccesso volontario di esposizione ai raggi UV. La tanoressia può condurre a conseguenze gravi legate alla prolungata esposizione ai raggi UV, tra cui il cancro alla pelle, con particolare riferimento al melanoma il cui rischio di insorgenza verrebbe aumentato del 75%
Questo disturbo si fonda su un senso di insicurezza del sé corporeo per cui le persone hanno un bisogno ossessivo di apparire sempre  abbronzate e se ciò non accade entrano in ansia e non si sentono sicure di sé. Il tono dell'umore, l'autostima e il senso di benessere sono quindi direttamente proporzionali al livello di abbronzatura. I tanoressici hanno dimostrato un basso livello di attenzione nei confronti dei pericoli che la loro dipendenza può loro provocare. In pratica preferiscono avere qualche ruga in più e rischiare la comparsa di tumori della pelle ma non rinunciare ad avere un aspetto abbronzato”.
Inutile dire che, con l'estate in arrivo, i tanoressici sono più esposti ai rischi derivanti da un'eccessiva esposizione solare, come la formazione di nei, rughe e melanomi.Non solo arrossamenti, eritemi e ustioni, ma anche melanomi maligni, varie forme di carcinoma e invecchiamento cutaneo. Questi i rischi che corre chi “abusa” del sole senza proteggersi. E se il 71% degli italiani sembra essersi ormai convinto della necessità di utilizzare opportune creme filtranti scelte in base alle caratteristiche della propria pelle, il restante 29%, praticamente 3 connazionali su 10, rifiuta ancora l'idea di una tintarella intelligente. E nella maggior parte dei casi lo fa per ragioni ''quantomeno curiose, purtroppo indice di una certa ignoranza''. Parola degli specialisti del Gruppo italiano di fotodermatologia (Gifde) della Società italiana di dermatologia e venereologia (Sidev), che hanno condotto un'indagine in materia. 
Dopo mesi in cui la pelle è stata coperta, la sua esposizione al sole deve essere graduale e non totale come molti di noi fanno. Sono tre i passi da fare per non incorrere in rischi: "pulire, tonificare e idratare. Azioni che fanno sì che la pelle arrivi nello stato ideale per accogliere i raggi sani e proteggersi da quelli dannosi come i raggi UVA che, penetrando in profondità, sono responsabili del foto invecchiamento, di allergie solari e nei casi più gravi dei tumori della pelle" spiega il la dott.ssa Fabbrocini.



                                                                                                        (Fonti: varie)

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