mercoledì 6 aprile 2011

5 scuse per fare movimento

E’ stato ampiamente dimostrato come l’esercizio fisico possa evitare diverse problematiche mediche che, nel corso degli anni, tanto gli uomini che le donne possono incontrare, gran parte delle quali superabili con una banale camminata mattutina.
Come recita il titolo dell’articolo andiamo ad elencare 5 “scuse” ammissibili dal nostro cervello, in grado di contrastare in maniera efficace l’inevitabile pigrizia che ci assale sia di primo mattino che nel pomeriggio inoltrato per la stanchezza del lavoro svolto.

 
1) Parcheggiare fuori dal cancello di casa o un pò più lontano permette di fare quei pochi metri necessari che oltre ad ossigenare la muscolatura garantiscono un pronto risveglio, soprattutto nei mesi invernali quando le temperature sono molto rigide.

2)Buttare l’immondizia utilizzando le suole delle scarpe e non le ruote dell’auto che tra le altre cose, a lungo andare si riempie di miasmi difficili da debellare, anche con reiterati lavaggi.

3)In ufficio utilizzate un cordless, se potete, e se avete a disposizione un pò spazio, camminate telefonando….più la telefonata è lunga, ancora di più saranno i metri percorsi.

4)Andate a fare spesa con frequenza giornaliera e vedrete che i vostri metri verranno fuori da soli, ovviamente è un consiglio che ammicca più agli uomini che alle donne, visto che solitamente già conoscono questa “scusa”.

5)Accompagnate vostra moglie nello shopping e senza accorgervi capirete perchè statisticamente è più facile trovare un uomo fuori peso ed affaticato piuttosto che una donna, vista la quantità di centri commerciali che permettono abbondanti camminate a passo veloce per non perdere l’occasione in vetrina.
 
 
                                                                                                 (Fonti varie)

Abrogazione Equipollenza Scienze Motorie - Fisioterapia art. 1 septies

Il 14 Maggio 2010 è stato abrogato definitivamente l'art. 1 septies.
Ovviamente abrogando l'equipollenza per noi scienze Motorie non è cambiato nulla, nè sul piano legislativo nè sul piano lavorativo.
Ovviamente i Fisioterapisti continueranno a spadroneggiare nei campi che dovrebbero essere dei SM, i Corsisti del CONI o di chissà quali altri corsetti per personal trainer ecc... continueranno a prevalere sugli ambiti destinati ai SM, mentre i laureati in SM dovranno accontentarsi di aspettare che qualcuno si svegli e decida di delineare e tutelare la professione.
Chi avrà la possibilità economica (perchè l'università statale costa) potrà affrontre nuovamente i test d'ingresso universitari e provare ad entrare a Fisioterapia, confrontandosi con neodiplomati agguerriti, studiare altri 3 anni ed entrare nel mondo del lavoro (forse) all'età della pensione.

Intanto noi SM continuiamo a pagare tessere per entrare in varie associazioni che dovrebbero rappresentarci, ma che in realtà non fanno niente. Questa è l'Italia. 
Noi continueremo (chi di noi ha avuto la fortuna) a lavorare cercando di non invadere gli ambiti altrui, pensando che pure un'estetista, senza conoscere minimamente l'anatomia, la fisiologia o il corpo umano in generale, può praticare un massaggio senza incorrere in nessuna denuncia penale!


SEDE LEGISLATIVA – Fonte: www.camera.it
Mercoledì 19 maggio 2010. – Presidenza del presidente Valentina APREA. – Interviene il sottosegretario di Stato per l’istruzione, l’università e la ricerca, Guido Viceconte.
La seduta comincia alle 14.20.
Abrogazione dell’articolo 1-septies del decreto-legge 5 dicembre 2005, n. 250, convertito, con modificazioni, dalla legge 3 febbraio 2006, n. 27, in materia di equipollenza di diploma di laurea in scienze motorie al diploma di laurea in fisioterapia e disposizioni relative al conseguimento della laurea in fisioterapia da parte di studenti e laureati in scienze motorie.
C. 2131, approvata dalla 7a Commissione permanente del Senato, C. 1192 Siliquini e C. 2317 Evangelisti.
(Discussione e approvazione).
La Commissione inizia la discussione delle proposte di legge in titolo.
Valentina APREA, presidente, avverte che la pubblicità dei lavori della seduta odierna è assicurata anche tramite la trasmissione attraverso l’impianto audiovisivo a circuito chiuso, ai sensi dell’articolo 65, comma 2 del regolamento.
Ricorda che la Commissione ha già esaminato in sede referente le proposte di legge in titolo, pervenendo alla definizione di un nuovo testo del progetto di legge n. 2131 approvato dal Senato, giungendo al trasferimento alla sede legislativa, deliberato dall’Assemblea nella seduta del 12 maggio 2010.
In considerazione dell’urgenza di approvare in tempi brevi il provvedimento in esame, propone quindi che la Commissione, ove nulla osti da parte dei deputati, possa concluderne l’esame nella giornata odierna.
La Commissione concorda.
Valentina APREA, presidente, dichiara aperta la discussione generale sui provvedimenti in titolo.
Emerenzio BARBIERI (PdL), relatore, illustra le proposte di legge in titolo, ricordando il proficuo lavoro svolto dalla Commissione. Propone quindi di adottare come testo base per il prosieguo della discussione il nuovo testo della proposta di legge n. 2131, approvata dalla 7a Commissione permanente del Senato, elaborato nel corso dell’esame in sede referente, al quale sono abbinate le proposte di legge n. 1192 e n. 2317.
Il sottosegretario Guido VICECONTE concorda con il provvedimento in esame che condivide.
Valentina APREA, presidente, sulla base di quanto richiesto dal relatore, propone di adottare come testo base per il seguito della discussione il nuovo testo della proposta di legge n. 2131, approvata dalla 7a Commissione permanente del Senato, elaborato nel corso dell’esame in sede referente al quale sono abbinate le proposte di legge n. 1192 e n. 2317.
La Commissione delibera quindi di adottare come testo base per il seguito della discussione il nuovo testo della proposta di legge n. 2131, approvata dalla 7aCommissione permanente del Senato, adottato nel corso dell’esame in sede referente (vedi allegato 3, in fondo alla pagina).
Valentina APREA, presidente, nessun altro chiedendo di intervenire, dichiara conclusa la discussione sulle linee generali.
Propone quindi di fissare il termine per la presentazione di emendamenti e ordini del giorno alle ore 14.30 della giornata odierna. Non essendovi obiezioni, così rimane stabilito.
Sospende quindi brevemente la seduta per consentire il decorso del termine.
La seduta, sospesa alle 14.25, riprende alle 14.35.
Valentina APREA, presidente avverte che non sono stati presentati emendamenti e ordini al giorni al testo base in esame.
Dà quindi conto dei deputati in missione e delle sostituzioni.
Fabio EVANGELISTI (IdV), intervenendo per dichiarazione di voto finale, preannuncia, anche a nome dei deputati del proprio gruppo, il voto favorevole sul provvedimento in esame, rilevando che con esso si prevede un percorso formativo anche per i laureati in scienze motorie.
Sabina ROSSA (PD), intervenendo per dichiarazione di voto finale, preannuncia anche a nome dei deputati del proprio gruppo, il voto favorevole sul provvedimento in esame, ricordando peraltro che con tale provvedimento non si risolvono tutti i problemi, dato che è necessario definire in modo più puntuale il profilo professionale dei laureati in scienze motorie, anche tenendo conto delle sperimentazioni effettuate.
Valentina APREA, presidente, sottolinea l’importanza del lavoro svolto dalla Commissione, che ha anche svolto un’apposita missione di approfondimento all’estero sui temi oggetto del provvedimento.
Antonio PALMIERI (PdL), intervenendo per dichiarazione di voto finale, preannuncia, anche a nome dei deputati del proprio gruppo, il voto favorevole sul provvedimento in esame.
Giovanni LOLLI (PD), intervenendo per dichiarazione di voto finale, è favorevole al provvedimento, pur sottolineando che non tutti i problemi sono stati risolti. È necessario definire infatti un provvedimento che definisca in modo puntuale la figura professionale dei laureati in scienze motorie.
Valentina APREA, presidente, avverte che, non essendovi obiezioni, la Presidenza si intende autorizzata al coordinamento formale del testo, ai sensi dell’articolo 90, comma 2, del Regolamento.
Ricorda che, trattandosi di un progetto di legge consistente in un solo articolo, a norma dell’articolo 87, comma 5, del Regolamento, non si fa luogo alla votazione dell’articolo unico, ma si procede direttamente alla votazione finale del progetto stesso.
Indice quindi la votazione finale per appello nominale.
La Commissione approva quindi, con votazione nominale finale, il nuovo testo della proposta di legge n. 2131, approvata dalla 7a Commissione permanente del Senato, elaborato nel corso dell’esame in sede referente, adottato come testo base, risultando quindi assorbite le proposte di legge n. 1192 e n. 2317 (vedi allegato 3, in fondo alla pagina).
La seduta termina alle 14.40.

ALLEGATO 3

Abrogazione dell’articolo 1-septies del decreto-legge 5 dicembre 2005, n. 250, convertito, con modificazioni, dalla legge 3 febbraio 2006, n. 27, in materia di equipollenza del diploma di laurea in scienze motorie al diploma di laurea in fisioterapia e disposizioni relative al conseguimento della laurea in fisioterapia da parte di studenti e laureati in scienze motorie C. 2131 (approvata dalla 7aCommissione permanente del Senato) e abbinate C. 1192 Siliquini e C. 2317 Evangelisti.
NUOVO TESTO APPROVATO DALLA COMMISSIONE
Art. 1.
1. L’articolo 1-septies del decreto-legge 5 dicembre 2005, n. 250, convertito, con modificazioni, dalla legge 3 febbraio 2006, n. 27, è abrogato.
2. Con decreto del Ministro dell’istruzione, dell’università e della ricerca, da emanare entro nove mesi dalla data di entrata in vigore della presente legge, di concerto con il Ministro della salute e con il previo parere del Consiglio universitario nazionale, ai fini del conseguimento della laurea in fisioterapia per i laureati e gli studenti iscritti ai corsi di laurea in scienze motorie, sono definiti:
  • a) la disciplina del riconoscimento dei crediti formativi;
  • b) l’accesso al corso universitario in fisioterapia, nei limiti dei posti complessivamente programmati in relazione al fabbisogno previsto, previo superamento della prova di selezione;
  • c) la disciplina dello svolgimento del periodo di formazione e tirocinio sul paziente.
3. Lo schema del decreto di cui al comma 2, dopo l’acquisizione degli altri pareri previsti dalla legge, è trasmesso alla Camera dei deputati e al Senato della Repubblica per l’espressione del parere delle competenti Commissioni parlamentari.

lunedì 4 aprile 2011

Dimagrire con il sesso!

Un sondaggio della rivista Dimagrire rivela come molte donne considerino il sesso un buon metodo per perdere peso; chiarisce il concetto il dottor Bruno Fabbri, autore del libro "Il sesso come sport"


Amiche. Donne. Ragazze. E’ stato finalmente svelato l’arcano. Ora sappiamo il vero motivo per cui si richiede all’uomo una prestazione più lunga possibile.
Non è per godere di più.
Non è per far più invidia alle amiche.
E’ per poter dimagrire di più.

Eh sì perché da un’indagine svolta dalla rivista “Dimagrire” emerge che una buona parte delle intervistate considera (o forse confonde?!?) l’attività sessuale come un buon modo per fare fitness.
La perdita di calorie e il conseguente consumo energetico dipenderebbero in gran parte dalla posizione scelta: quella in piedi dovrebbe essere la migliore per il raggiungimento dello scopo, in quanto rassoderebbe glutei, addominali, gambe, braccia, spalle e rafforzerebbe le articolazioni.
Inoltre, sempre secondo le intervistate in questione, il sesso servirebbe anche a contrastare l'invecchiamento, a migliorare l'elasticità e il tono muscolare oltre a far bene alla pelle. Inoltre, combatterebbe le tensioni e i disturbi del sonno, e migliorerebbe la circolazione.
Naturalmente per la riuscita della terapia, si necessita di coinvolgimento emotivo e di orgasmi ad hoc.
Ma l’elemento che più inciderebbe sul consumo di calorie, sarebbe proprio la durata del rapporto.

Bruno Fabbri, direttore del Centro di Medicina dello sport di Padova e autore del libro "Il sesso come sport", sostiene che col sesso si perdono fino a 600 calorie a rapporto… ma attenzione… soltanto se il suddetto dura almeno UN’ORA. Una decina di minuti (se le cose vanno bene, dato che la media europea è di 13 minuti e 50 secondi) nella posizione del missionario, non consuma che 150 misere calorie.
Inoltre pare che per ottenere il massimo rendimento dalle performance sessuali, bastino costanza e allenamento nella giusta direzione.
Sempre Fabbri sostiene che “Il massimo rendimento sessuale, come la massima resa sportiva, richiedono un approccio scientifico”, continua dicendo “Ognuno potrà realizzare peraltro il massimo rendimento sessuale attraverso un adeguato allenamento, esattamente nella stessa maniera in cui è possibile ottimizzare qualsiasi altra forma di esercizio fisico” e aggiunge “ognuno potrà poi mettere a disposizione delle proprie fantasie, desideri, affettività e sentimenti un ottimo stato di forma fisica, una ottimizzazione del gesto atletico sessuale: il sesso come sport, l'erotismo come ginnastica erotica”.
Dunque pensando il sesso dal puro punto di vista fisico-pratico, le prestazioni possono oggettivamente migliorare con l’esercizio e l’allenamento, da applicare poi ai fondamentali elementi psichici e/o sentimentali che ci caratterizzano come coppia e/o come singoli.
Il sesso va quindi bene pensato come surrogato dell’allenamento fisico, per il dimagrimento e il mantenimento della forma e  della buona salute, fisica e mentale. Ma ricordate le condizioni: coinvolgimento, orgasmi, posizione e soprattutto DURATA.

Il sesso fa dimagrire e, se a quest’attività si abbina anche la corsa, la camminata o la corda, il  fisico cambierà del tutto e riuscirai ad avere la pancia piatta, gli addominali scolpiti, i fianchi più snelli e via dicendo. Ovviamente, durante il rapporto sessuale, cerca di muoverti il più possibile, cerca di scatenarti, in modo da velocizzare il processo brucia calorie e perdere più grassi. Se poi ti concentri e provi le posizioni più difficili che si trovano nel famoso libro indiano “Kamasutra“, allora le calorie perse aumenteranno ancora, facendo diventare il sesso un’attività aerobica intensa, oltre che un enorme piacere. Tu cosa ne pensi?

                                                                                               (Fonti varie)

Fisico da macho? Inizia dai pettorali.

Siete in una condizione di stallo da parecchi mesi? I vostri pettorali non ne vogliono sapere di crescere? Cambiate strategia!! La maggior parte delle volte è inutile intestardirsi cercando di migliorarsi nel programma che si sta facendo, ma è necessario sconvolgere drasticamente l'allenamento! Di seguito vi proporrò una tattica efficacissima.






ANATOMIA PETTORALI:

Il grande ed il piccolo pettorale fanno parte dei muscoli estrinseci toracoappendicolari. Hanno origine dalle coste e dallo sterno e raggiungono le osa del cingolo toracico e l’omero.
Il Muscolo grande pettorale, è situato anteriormente nel torace, ha una forma triangolare e risulta particolarmente spesso e robusto, rappresenta buona parte della parete anteriore del cavo ascellare.
Trae origine dalla clavicola e dalla regione sternocostale, per poi trovare inserzione sul labbro laterale del solco bicipitale. Negli individui di sesso femminile, il grande pettorale, prende contatto con la mammella, che lo riveste.
È innervato dalle radici C8 e T1 del nervo pettorale mediale, dalle radici C5, C6 e C7 del nervo pettorale laterale.
Da un punto di vista funzionale possiamo individuare tre aree:
- superiore
- media
- inferiore

Solitamente la sessione per i pettorali si apre con un esercizio composto (come il bench press), per poi proseguire con esercizi sempre più specifici (come le croci su panca), ed è doveroso confermare che è assolutamente corretto usare questo sistema ma nei casi suddetti una delle tecniche migliori è invertire! Propongo cioè di cambiare l'ordine degli esercizi: ossia partire dagli esercizi di isolamento per arrivare poi ai multiarticolari. Lo scopo di questa strategia è quello di pre-affaticare i pettorali con esercizi di isolamento per far sì che cedano prima dei muscoli ausiliari che sono pesantemente coinvolti negli esercizi multiarticolari come le distensioni. Partiremo quindi con gli esercizi di isolamento che stimolano solo i pettorali e proseguiremo poi con esercizi di distensione con molteplici angolazioni in modo da stimolarli il più possibile. Con questo programma si cerca di "esaurire" i pettorali stimolando il numero maggiore di fibre muscolari possibile!

Allenamento ed esercizi

Eccovi uno schema d'allenamento tipo:
Croci su panca piana
1) CROCI SU PIANA CON MANUBRI (1 serie di riscaldamento + 4 serie da 10-12 rip.) Preparazione: Sdraiatevi supini sulla panca piana tenendo due manubri in modo che i palmi delle mani siano una di fronte all'altro. Distendete le braccia tenendo però i gomiti leggermente flessi. Esecuzione: Aprite le braccia mantenendo la flessione dei gomiti e scendete fino all'altezza delle spalle. Contraendo i pettorali riportate i manubri nella posizione di partenza seguendo sempre una traiettoria ad arco.


allenamento pettorale2) DISTENSIONI SU INCLINATA ALLA MULTIPOWER (4 serie da 8-10 rip.) Preparazione: Inclinate lo schienale della panca a 30° e sdraiatevi supini su di essa. Regolate il bilanciere in modo che sfiori la parte superiore del petto nella posizione inferiore. Afferrate il bilanciere con una presa poco più ampia delle spalle. Esecuzione: Sganciate il bilanciere ed abbassatelo lentamente fino a sfiorare i petto. Sollevate il bilanciere distendendo le braccia verso l'alto e ricominciate.


Panca piana pettorali

3) BENCH PRESS (3 serie da 6-8 rip.) Preparazione: Sdraiatevi supinamente sulla panca, afferrate la sbarra con una presa piuttosto ampia, schiacciate la schiena sulla panca e piantate saldamente i piedi a terra. Esecuzione: Abbassate la sbarra al petto e senza molleggiare sollevate il carico con forza distendendo le braccia verso l'alto senza bloccare i gomiti e ricominciate.

                                                                                                                 (Fonti Varie)

Piede piatto: che fare?

Tutti i bambini nascono con il piede piatto. E' la norma: quasi tutti evolvono spontaneamente verso lo sviluppo di un piede normale con gli archi plantari ben rappresentati entro i 7-10 anni.
Altri invece conservano il piede piatto anche da grandi. Non è il caso di di allarmarsi: i plantari sono realmente necessari in pochissimi casi.   Per la correzione definitiva del piede piatto occorre l'intervento chirurgico. Riservata a pochissimi casi la chirurgia tradizionale, molto cruenta ed invasiva, che prevede la soppressione di alcune articolazioni del piede e la trasposizione di grossi tendini. Oggi si corregge il piede piatto in modo mininvasivo. Per via percutanea si introduce nel piede una vite che impedisce la rotazione verso l'interno della caviglia oltre il limite fisiologico. Tanto basta a mantenere l'arco plantare ed a correggere il piede piatto in modo definitivo.
E non vi è un secondo intervento per la rimozione dell'ortesi. I risultati eccellenti di queste metodiche mininvasive sono ormai confortate da follow up di oltre dieci anni e da continui confronti con altre metodiche. Una opportunità chirurgica che tuttavia non è per tutti. I criteri di selezione per ottenere risultati eccellenti sono molto rigidi ed è necessaria una valutazione biomeccanica e radiologica accurata.
 
L'INTERVENTO SOLO NEL 3% DEI CASI

Plantari tradizionali
I plantari tradizionali sono come gli occhiali: appena tolti il difetto si manifesta nuovamente. Questo il risultato di alcuni recenti studi statistici: il plantare tradizionale non modifica lo sviluppo dell'arco plantare. Il piede piatto, se tale, resta piatto anche dopo anni di diligente correzione con il sostegno di una ortesi plantare tradizionale. Giudizio negativo anche per le calzature correttive, alte e rigide: nel tempo è sempre la scarpa a modellarsi sulla forma del piede e mai il contrario. Altri studi hanno dimostrato che solette galvaniche (tipo Bricot) riescono con il tempo a dare buoni risultati su un piede piatto.

Solette Galvaniche
Attenzione: l’azione delle solette galvaniche o di quelle propriocettive è del tutto dissimile da quella dei plantari ortopedici con rilievi superiori ai 3 millimetri, i quali costituiscono un’aggressione ai recettori esterocettivi e propriecettivi del piede e che, eccetto qualche caso di piedi traumatizzati o neurologici e specialmente nel bambino devono essere assolutamente vietate.

Molti studiosi hanno dimostrato che  è  l'uso precoce delle scarpe a ritardare lo sviluppo del piede e a favorire dismorfismi: due studi hanno messo a confronto bambini occidentali con bambini di zone rurali indiane ed africane. Risultato: i bambini che camminano scalzi (su superfici incoerenti e "informative" come sabbia e terra) sviluppano piedi più sani di quelli che utilizzano fin dai primi passi scarpine e "plantarini". Il piede non è solo uno strumento di propulsione per il passo, è anche un organo di senso. Ad ogni passo appoggia al suolo tutta la pianta e per un breve momento si rilascia per meglio aderire e raccogliere le informazioni tattili dal terreno. Poi in base alle percezioni raccolte, durezza e asperità del suolo, si irrigidisce e si trasforma in una leva che spinge e fa avanzare il passo.
Questo lavoro di elaborazione, di informazione e di attivazione dei muscoli del piede viene quasi annullato dalla suola delle scarpe. Lasciare i bambini scalzi almeno d'estate su superfici incoerenti e "informative" come sabbia e terra favorisce invece la maturazione del piede e quindi un più sano sviluppo.
Così, il più delle volte, è il tempo a correggere il piede piatto: il grado di valgismo del piede, che esprime la gravità del piede piatto, si riduce spontaneamente con lo sviluppo e la maturazione ossea. Bambini che hanno il piede piatto a tre anni di età, possono mostrare un piede perfetto a sette, otto anni di età senza che sia stato utilizzato alcun presidio correttivo. E anche se il piede resta piatto negli adolescenti e nei giovani adulti il più delle volte non c'è motivo di allarmarsi. Quasi sempre il piede piatto osservato da fermo diventa normale durante il passo. Infatti il piede durante la deambulazione e la corsa grazie all'intervento dei potenti tendini che lo controllano riacquista le normali curvature.

                                                                                            (Fonti varie)
 

venerdì 1 aprile 2011

Allenare i dorsali

Il gran dorsale è il principale muscolo della regione dorsale, appartiene (come il trapezio) al gruppo dei muscoli estrinseci spinoappendicolari, dei quali fanno parte anche il muscolo romboide e l’elevatore della scapola.
Il gran dorsale è il più vasto muscolo, come superficie, di tutto il corpo. È tendenzialmente appiattito e di forma triangolare. Situato nella regione inferiore e laterale del dorso. Origina dai processi spinosi delle ultime 6 vertebre toraciche e da tutte le 5 vertebre lombari e sacrali, dalla cresta iliaca e dalle ultime coste.
Trova inserzione sull’omero. La parte alta del gran dorsale è in rapporto con il muscolo trapezio, che lo ricopre sino alla prima vertebra lombare.
Normalmente, durante gli esercizi per i dorsali vengono sollecitati i muscoli spinali, angolare della scapola, sovraspinato, romboide, trapezio, sottospinato, piccolo rotondo, grande rotondo e grande dorsale.
Il rematore con manubrio è sicuramente tra gli esercizi più utilizzati per allenare e potenziare i muscoli dorsali. Per la sua esecuzione si consiglia di appoggiare un ginocchio sopra alla panca orizzontale, mantenendo il tronco flesso di circa 90 gradi. Il braccio corrispondente al ginocchio flesso è completamente disteso e la mano fa presa sul bordo del piano della panca. L’altro braccio (quello col manubrio) flette al gomito ed iperesetende verso dietro.
Durante l’esecuzione dell’esercizio è importante mantenere la testa in linea col rachide per evitare eventuali scompensi della colonna e per non compromettere l’esecuzione dell’esercizio stesso.

dorsali 1

Esistono comunque numerosi altri esercizi per i muscoli dorsali; tra questi i principali sono rappresentati da:
  • rematore con due manubri;
  • rematore col bilanciere o la sbarra in avanti;
dorsali 2
  • rematore col bilanciere o la sbarra dietro, lavorando con le braccia distese in iperestensione ed il busto flesso in avanti di circa 90 gradi;
Esercizi per i Dorsali:
  • Dorsy Bar
Dorsy bar

Esecuzione dell’esercizio: Posizionarsi correttamente a cavallo dell’attrezzo, ginocchia flesse e schiena piatta, il busto leggermente inclinato in avanti. Afferriamo le apposite impugnature con i palmi delle mani rivolti verso le gambe e, con una trazione, portiamo verso l’alto le impugnature.
Respirazione: Effettuiamo l’espirazione durante la contrazione della muscolatura, inspirazione durante la fase passiva dell’esercizio.
Note: L'esercizio dev'essere eseguito con la schiena piatta, pena potenziali danni, anche gravi, alla colonna vertebrale. Sono interessati tutti i muscoli che retropongono le braccia. Ed in particolare sottospinoso e gran dorsale.
Varianti: rematore con bilanciere, rematore con manubri.


  • Lat machine
Lat dietro

Esecuzione dell’esercizio: Seduti di fronte all’attrezzo, portare leggermente avanti il busto sfruttando l’articolazione dell’anca. Impugnata l’apposita barra, effettuare una trazione verso il basso sino alla regione nucale.
Respirazione: L’espirazione è da effettuarsi durante la fase discendente della barra, l’inspirazione durante la fase ascendente.
Note: La lat machine offre un notevole numero di varianti nell’esecuzione, agendo sull’impugnatura (larga o stretta, supinata o pronata), sulla traiettoria (davanti o dietro la nuca), sull’angolo fra l’attrezzo ed il tronco (che nell’esecuzione davanti può essere inclinato). Le trazioni dietro la nuca, pur stimolando efficacemente il gran dorsale, soprattutto porzione laterale ed inferiore, possono esporre a situazioni traumatiche per le articolazioni e i muscoli stabilizzatori della spalla, per questa ragione molti suggeriscono l’esecuzione della sua variante con trazione avanti. In ogni caso un’impugnatura un po’ più larga diminuisce il ROM ma stimola la porzione ascellare del dorsale, implicata nella classica “schiena a V”. L’impugnatura stretta, con i palmi in supinazione (lat machine avanti), stimola maggiormente la sezione interna del gran dorsale. Non è trascurabile l’intervento dei muscoli anteriori del braccio e del capo lungo del tricipite.
Varianti: La principale variante dell’esercizio è costituita dalle trazioni avanti anziché dietro la nuca. In questo caso non cambia l’impugnatura ma, nella fase concentrica, la sbarra sarà portata verso la parte superiore dello sterno. L’esercizio stimola fortemente il gran dorsale, soprattutto nel tratto superiore, e in maniera meno significativa trapezio, romboidi e deltoide posteriore. E’ possibile calibrare il lavoro sollecitando in modo più marcato la porzione interna del gran dorsale, inclinando leggermente indietro il busto durante l’intera esecuzione del lavoro o, come già detto, prevedendo un’impugnatura inversa (palmi in supinazione) e più stretta. Anche la variazione dell’angolo che si crea inclinando il tronco ha delle ripercussioni sull’area muscolare maggiormente sollecitata.
Esercizi alternativi: lat machine avanti con impugnatura inversa, trazioni alla sbarra, lat machine avanti con variazione delle impugnature, lat machine con gambe libere (seduti all’attrezzo di schiena).

  • Pulley basso
Pulley

Esecuzione dell’esercizio: Seduti di fronte all’attrezzo, con la schiena piatta, effettuare la trazione dell’impugnatura verso la regione addominale, i gomiti resteranno paralleli per tutta l’esecuzione dell’esercizio, e risulteranno adiacenti al busto al termine della fase concentrica. In una fase più avanzata occorrerà cercare di limitare l’intervento dei flessori del braccio, concentrandosi sulla porzione dorsale.
Respirazione: L’espirazione è da effettuarsi durante la fase concentrica, quando l’impugnatura si avvicina al corpo, l’ispirazione avverrà durante il rilascio dell’impugnatura.
Note: Stimola molti muscoli della regione posteriore del corpo ed in particolar modo il gran dorsale, con un accento marcato sulla parte interna, il trapezio nella sua porzione mediale, ed il romboide. Grande attenzione è da porre al posizionamento del busto, evitando in particolare che possa muoversi avanti e indietro assecondando il movimento delle braccia. La classica “V bar” può essere sostituita da una “lat bar” a presa neutra, che permette di impugnare con un passo largo agendo più marcatamente anche sul trapezio. E’ utile nel sollecitare le strutture muscolari preposte al mantenimento di una corretta postura. In modo marcato, ma pur sempre accessorio, è da segnalare l’intervento dei flessori del braccio.
Varianti: come per buona parte degli esercizi alle macchine per i dorsali, è facilmente possibile creare delle varianti all’esercizio modificando il tipo di impugnatura (larga, stretta, in pronazione, in supinazione, neutra), modificando la barra terminale (v bar, lat bar, ecc.), o l’angolo di lavoro nel caso del pulley alto, che implica l’inclinazione del busto in modo più o meno accentuato. In ogni caso le strutture muscolari maggiormente attive risultano sempre quelle poste nella zona centrale della schiena.
Esercizi alternativi: pulley alto, dorsy bar, rematore con manubri, rematore al cavo basso, row machine.

  • Rematore con manubrio
Rematore

Esecuzione dell’esercizio: La posizione richiede di essere in appoggio con ginocchio destro e mano destra su una panca. Il piede sinistro è in appoggio per terra. Con la mano sinistra impugnare un manubrio mantenendo il palmo della mano rivolto verso la panca (impugnatura neutra). La schiena sarà ben dritta, senza accentuare né appiattire le curve fisiologiche, la testa in linea con il rachide. Contraendo il dorsale portare il gomito all’altezza del bacino tenendolo ben aderente al busto. Ripetere con l’altro lato.
Respirazione: Effettuare l’espirazione durante la fase ascendente del manubrio (fase concentrica), l’inspirazione durante la fase discendente (fase eccentrica).
Note: In questo esercizio è principalmente coinvolta la regione centrale della schiena, primo fra tutti il gran dorsale, un lavoro sinergico e stabilizzatore è svolto da erettori spinali, trapezio e romboidi. Occorrerà porre attenzione evitando di coinvolgere eccessivamente la spalla. E’ prevista una variante nell’esecuzione che richiede di portare il gomito più in alto possibile, facendogli compiere una traiettoria verso l’alto ma in direzione interna, col manubrio che raggiunge l’altezza del petto. Porre attenzione al carico impiegato per evitare una sollecitazione eccessiva dei flessori del gomito.
Esercizi alternativi: rematore con bilanciere, rematore ai cavi.


  • Trazioni alla sbarra
Trazioni

Esecuzione dell’esercizio: impugnare la sbarra con i palmi rivolti anteriormente (presa in pronazione). L’impugnatura dovrà essere adeguatamente più larga rispetto alle spalle. Con una trazione portare in alto il corpo raggiungendo con la sbarra la regione della nuca. Quindi ridiscendere alla posizione iniziale.
Respirazione: L’espirazione deve essere effettuata durante l’elevazione del corpo, l’inspirazione durante la sua discesa.
Note: Ottima ed efficace variante dell’analogo esercizio alla lat machine. Tuttavia, nell’esecuzione dietro la nuca, presenta i medesimi rischi potenziali per l’articolazione della spalla, aggravati dall’impossibilità di variare l’angolo di lavoro. La sua esecuzione è resa particolarmente complessa dal carico naturale offerto dal corpo tuttavia, in alcuni modelli di easy power, è possibile ugualmente calibrarlo. Nelle trazioni alla sbarra è possibile attuare numerose varianti (trazioni avanti, trazioni dietro la nuca, impugnatura in pronazione e supinazione, larga o stretta, ecc.). Le ripercussioni che si producono sono le medesime già segnalate nel descrivere l’esecuzione alla lat machine.
Esercizi alternativi: lat machine.

                                                                                                 (Fonti varie)

Cervicale: malessere continuo

Comunemente, anche se in maniera impropria, viene chiamata “cervicale” la cervicalgia o dolore al collo. Il tratto cervicale fa parte del sistema centrale di supporto del corpo, ossia il rachide, formato da 26 vertebre.  
Uno dei punti più delicati e vulnerabili del corpo umano è il tratto cervicale. Esso è composto da 7 vertebre che danno sostegno al capo e permettono di compiere movimenti rotatori, flessori ed estensori della testa.  La lesione del midollo spinale contenuto nelle vertebre cervicali porta alla paralisi degli arti inferiori e superiori (tetraplegia)  o addirittura alla morte se il trauma avviene a livello di C1-C2.
L'origine della sindrome cervicale è piuttosto varia. Questi dolori possono infatti interessare le strutture ossee, nervose, muscolari, vascolari o ligamentose del tratto cervicale della colonna vertebrale.
Cause di dolore cervicale possono essere:
  • traumi pregressi (colpi di frusta)
  • osteoartrite delle vertebre cervicali (spondilosi)
  • degenerazione di uno o più dischi intervertebrali
  • colpi di freddo (torcicollo)
  • posizioni errate assunte nel corso della giornata
  • sovraccarichi eccessivi e ripetuti sui muscoli del collo
  • stress (molte persone tendono a scaricare le tensioni quotidiane assumendo posizioni rigide e contratte; tali tensioni agiscono soprattutto sui muscoli della spalla e del collo, irrigidendoli)
  • mancanza di attività fisica
  • eccesso di alcuni tipi di attività fisica
  • cattivo riposo notturno: uso di materassi e/o cuscini inadatti
Risulta dunque fondamentale una corretta diagnosi: esami come i raggi X o la TAC sono in grado di evidenziare i problemi alla base del dolore cervicale.
Tuttavia, nella maggioranza dei casi, la cervicalgia è provocata dalla semplice contrattura della muscolatura del collo e delle spalle, essendo i problemi di natura ossea e cartilaginea abbastanza rari, almeno in giovane età. Si stima infatti che ogni giorno 7 persone su 10 provino, pur con diversa intensità, dolori cervicali.
In questi casi un programma mirato di esercitazioni, seguito con costanza, può migliorare e risolvere il problema. Gli esercizi proposti avranno  lo scopo di mobilizzare le vertebre cervicali e di sciogliere le tensioni accumulate durante la giornata. L'efficacia di questi movimenti risiede nella loro lentezza e nello stato di rilassatezza che ne consegue. Se eseguiti in maniera lenta e controllata possono risultare davvero molto utili per la cura dei dolori cervicali. 
Al contrario, se eseguiti velocemente e con movimenti bruschi,  non solo risulterannno inefficaci, ma addirittura dannosi. Queste esercitazioni vanno praticate regolarmente, se possibile tutti i giorni e sotto la supervisione di personale qualificato.




                                                                                                               (Fonti varie)