Il più grande nemico dei
pazienti con la Sindrome del Muscolo Piriforme è la scarsa
conoscenza di questa patologia da parte dei medici. Da uno studio di Silver e
Leadbetter (1998) risulta che su 65 medici intervistati il 7%
ritiene che non esista e il 21% non sa rispondere alla domanda
“cos’è?”, o mostra perplessità sull’argomento.
Questo è il motivo per cui
spesso questa sindrome non è diagnosticata oppure viene
scambiata per
lombosciatalgia.
Il
muscolo piriforme è un muscolo dell'arto inferiore, piuttosto sottile, inizialmente
è appiattito e poi si trasforma in un ventre dalla forma rotondeggiante. È
costituito da tre fasci che originano dall’osso sacro a
livello S2 - S4,
è l'unico muscolo che origina
direttamente su quest'osso. È
posizionato sia all'interno che all'esterno della pelvi (regione anatomica
costituita dalle ossa delle anche, dal sacro e dal coccige). La parte
intrapelvica è posizionata contro la parete laterale e ha di fronte il
plesso sacrale, i vasi ipogastrici e il retto; la parte extrapelvica decorre
fra il margine inferiore del piccolo gluteo posizionato superiormente e i
muscoli gemelli e il muscolo otturatore interno che sono invece posizionati
inferiormente. Le arterie glutee e il nervo ischiatico possono passare al di
sopra o al di sotto del muscolo.
Ha funzione extrarotatoria (ruota in fuori la coscia) con lieve componente di abduzione e di estensione. In fase di appoggio, il piriforme stabilizza il femore e ne impedisce la rotazione all'interno. Può essere soggetto a fenomeni ipertrofici e di irrigidimento, fenomeni che possono scatenare la cosiddetta sindrome del muscolo piriforme (o, più comunemente, sindrome del piriforme).
La sindrome del muscolo piriforme è una patologia che provoca un dolore di tipo sciatalgico (alcuni autori la definiscono anche "falsa sciatalgia").
Ha funzione extrarotatoria (ruota in fuori la coscia) con lieve componente di abduzione e di estensione. In fase di appoggio, il piriforme stabilizza il femore e ne impedisce la rotazione all'interno. Può essere soggetto a fenomeni ipertrofici e di irrigidimento, fenomeni che possono scatenare la cosiddetta sindrome del muscolo piriforme (o, più comunemente, sindrome del piriforme).
La sindrome del muscolo piriforme è una patologia che provoca un dolore di tipo sciatalgico (alcuni autori la definiscono anche "falsa sciatalgia").
Se fra le cause di tale dolore si possono escludere patologie
quali un'ernia del disco, una stenosi lombare, una massa neoplastica o un
ematoma a livello dei muscoli ischio-crurali è opportuno effettuare indagini
a livello del muscolo piriforme; è possibile infatti che una sofferenza del
piriforme (che può essere dovuta ai motivi più svariati) sia il responsabile
della dolorabilità sciatalgica. Il primo autore a ipotizzare il ruolo del
muscolo piriforme quale causa di dolore di tipo sciatalgico fu W. Yoeman,
nel 1928 (The relationship of arthritis of the sacro-iliac joint to
sciatica), ma non fu lui, contrariamente a quanto viene riportato in più
fonti, a parlare di "sindrome del piriforme" bensì D. Robinson, nel 1947 (Piriformis
muscle in relation to sciatic pain. Am J Surg 1947;73;355-8). La
sintomatologia causata da questa condizione può derivare dalla compressione
del nervo sciatico contro l'arcata ossea del grande forame ischiatico o
dalla strozzatura dello stesso nervo nel ventre del muscolo.
L'eziologia
della sindrome del muscolo piriforme è multifattoriale; dai dati presenti in
letteratura sembra che la causa più frequente sia di tipo traumatico; altre
cause sono le dismetrie degli arti inferiori, le miositi del piriforme, gli
interventi chirurgici per l'anca.
La sintomatologia della sindrome del piriforme è alquanto variegata. Spesso si avverte dolore, talvolta accompagnato da parestesie, al tratto lombare, alla regione dei glutei, nelle zone posteriori della gamba e della coscia e anche alla pianta del piede; altri sintomi che possono comparire sono deficit di tipo motorio, riduzioni della sensibilità in alcune zone degli arti inferiori e gonfiore esteso nella zona che va dal sacro al gran trocantere. La sintomatologia è spesso acutizzata se il soggetto è rimasto a lungo seduto (in particolar modo con il femore intraruotato) oppure se si sono svolte attività sportive o lavorative caratterizzate da notevole intensità (corsa, danza ecc.).
La diagnosi della sindrome del muscolo piriforme viene effettuata, di norma, attraverso un esame di tipo clinico; talvolta può essere necessario ricorrere a indagini supplementari (elettromiografia per valutare la conducibilità nervosa del nervo sciatico, TAC e risonanza magnetica). Fra i test clinici maggiormente usati per la diagnosi della patologia in questione ricordiamo il test di Freiberg e il test di Pace e Nagle.
Nel test di Freiberg, il paziente è in posizione prona, flette in modo passivo il ginocchio a 90° e porta la gamba all'esterno allo scopo di imprimere una rotazione interna al femore; il test viene ritenuto positivo nel caso lo stiramento del muscolo provochi dolore e un sintomo da compressione del nervo sciatico.
Nel test di Pace e Nagle il paziente, in posizione seduta, compie un'abduzione-extrarotazione isometrica delle anche contro le mani del medico. L'aumento del diametro del muscolo unito alla tensione causata dalla contrazione scatena, in caso di positività, dolori miofasciali e compressivi. Altri tipi di test usati per la diagnosi sono la palpazione della natica, il test di Saudek e il test di Mirkin.
La sintomatologia della sindrome del piriforme è alquanto variegata. Spesso si avverte dolore, talvolta accompagnato da parestesie, al tratto lombare, alla regione dei glutei, nelle zone posteriori della gamba e della coscia e anche alla pianta del piede; altri sintomi che possono comparire sono deficit di tipo motorio, riduzioni della sensibilità in alcune zone degli arti inferiori e gonfiore esteso nella zona che va dal sacro al gran trocantere. La sintomatologia è spesso acutizzata se il soggetto è rimasto a lungo seduto (in particolar modo con il femore intraruotato) oppure se si sono svolte attività sportive o lavorative caratterizzate da notevole intensità (corsa, danza ecc.).
La diagnosi della sindrome del muscolo piriforme viene effettuata, di norma, attraverso un esame di tipo clinico; talvolta può essere necessario ricorrere a indagini supplementari (elettromiografia per valutare la conducibilità nervosa del nervo sciatico, TAC e risonanza magnetica). Fra i test clinici maggiormente usati per la diagnosi della patologia in questione ricordiamo il test di Freiberg e il test di Pace e Nagle.
Nel test di Freiberg, il paziente è in posizione prona, flette in modo passivo il ginocchio a 90° e porta la gamba all'esterno allo scopo di imprimere una rotazione interna al femore; il test viene ritenuto positivo nel caso lo stiramento del muscolo provochi dolore e un sintomo da compressione del nervo sciatico.
Nel test di Pace e Nagle il paziente, in posizione seduta, compie un'abduzione-extrarotazione isometrica delle anche contro le mani del medico. L'aumento del diametro del muscolo unito alla tensione causata dalla contrazione scatena, in caso di positività, dolori miofasciali e compressivi. Altri tipi di test usati per la diagnosi sono la palpazione della natica, il test di Saudek e il test di Mirkin.
Per il test di Mirkin,
il paziente sta in piedi, con le ginocchia estese e lentamente si piega
verso il pavimento. L'esaminatore preme sui glutei dove il nervo
sciatico incrocia il muscolo piriforme, causando dolore che comincia nel
punto di contatto e si estende in basso lungo il retro della gamba. Il
dolore può anche verificarsi con l'esame pelvico o rettale.
Il test di Saudek propone di
testare in modo più analitico la tensione del piriforme posizionando
il soggetto in decubito controlaterale, con l’anca e il ginocchio
da valutare flessi a 90°, e addurre passivamente il femore mentre si
stabilizza il bacino.
.Il test più
semplice per valutare lo stato del piriforme e degli altri rotatori
esterni dell'anca consiste nell'accavallare le gambe come generalmente
fanno gli uomini, nei pazienti con questa sindrome è molto difficile se
non impossibile.
Il dolore nella
parte alta del gluteo può essere dovuto ad una sacroileite, ovvero il
processo flogistico a carico dell'articolazione tra osso sacro e osso
iliaco, una radiografia può documentare lo stato della giuntura e una
risonanza dà un quadro completo dell'area, la spondilite anchilosante
può causare questo disturbo.
Esistono diverse modalità di trattamento di questa
patologia sia di tipo farmacologico sia di tipo fisico. I trattamenti di
tipo farmacologico comprendono l'assunzione orale di farmaci antinfiammatori
non steroidei e di farmaci miorilassanti, inoculazione diretta di tossina
botulinica di tipo A e iniezioni locali di farmaci anestetici e di
corticosteroidi. Le terapie fisiche consigliate sono gli
ultrasuoni, i
massaggi trasversali profondi e lo stretching, sono inoltre stati effettuati
alcuni studi per valutare l'efficacia della
tecarterapia nel trattamento
della sindrome del piriforme. La ripresa dell'attività sportiva (o
lavorativa) deve avvenire in modo graduale. Durante il periodo di
trattamento può essere utile, nelle ore di sonno, posizionare un cuscino tra
le ginocchia allo scopo di favorire il rilassamento del muscolo.
(Fonti varie)
BRUTTO PIRIFORME !!!
RispondiEliminaERI TU LA CAUSA DEL MIO MALE!!!
Credo di esserne anch'io vittima. Oggi gli ho dato il colpo di grazia con un movimento maldestro ho sentito una serie di sinistri scricchiolii al gluteo e poi 10 secondi di dolore lancinante. Adesso zoppico, se mi abbasso con le gambe tese è un martirio. Penso proprio di aver fatto danno. Andrò dal medico...
RispondiEliminacome ci si iscrive qui?
RispondiEliminaAdesso puoi iscriverti cliccando sull'omino che legge in alto all'inizio di questo blog. Grazie per il tuo interessamento, fatti sempre seguire da un medico per i tuoi problemi. Ciao.
EliminaAnch'io soffro col muscolo piriforme con dolori lievi da movimento nella zona,non accavallo le gambe per non sforzare i dischi, da migliorare la postura.
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