venerdì 6 gennaio 2012

Diabete e obesità aumentano il rischio di tumore

Avere il diabete o essere obese dopo i 60 anni aumenta il rischio di sviluppare il tumore al seno. Lo afferma uno studio svedese, presentato in occasione del San Antonio Breast Cancer, il più importante congresso mondiale sulla malattia. I ricercatori scandinavi hanno seguito oltre 20mila persone. «Abbiamo visto che il diabete nelle donne adulte o l’obesità nelle over 60 rappresentano dei rischi importanti per l’insorgenza del tumore e non devo esser sottovalutati. Nel primo caso il rischio aumenta del 37%, nel secondo ben del 55%», afferma Hakan Olsson dell’Università di Lund. Inoltre l’obesità, secondo i ricercatori del Breast center di Baylor a Huston (Texas), è associata anche a esiti peggiori di sviluppo della malattia già nei primi stadi della comparsa.
L’imperativo dei medici quindi è di mantenere un peso accettabile, cercando di contenere il girovita anche in vista delle imminenti festività natalizie. Per quanto riguarda le novità terapeutiche, molto interesse hanno suscitato i risultati dello studio di fase III Cleopatra. La ricerca ha posto a confronto la combinazione di due farmaci innovativi e i dati evidenziano che l’associazione di trastuzumab (attualmente gold standard per il trattamento del tumore al seno) con il pertuzumab e la chemioterapia ha ottenuto una riduzione pari al 38% del rischio di peggioramento della malattia o di mortalità. Gli eventi avversi sono stati in linea con quelli verificatisi in studi precedenti con i medesimi farmaci.
Si ritiene che i meccanismi di azione di pertuzumab e trastuzumab (due anticorpi monoclonali) siano complementari tra loro, poiché entrambi si legano al recettore HER2, ma in regioni differenti del recettore stesso, potendo così fornire un blocco più completo delle vie di trasduzione del segnale. Nel carcinoma mammario HER2 positivo, sulla superficie delle cellule tumorali sono presenti maggiori quantità del recettore 2 del fattore di crescita epidermico umano (HER2). Questo fenomeno è chiamato positività all’HER2 e riguarda circa il 15-25% delle donne malate. (leggocaperna@gmail.com)


                                                                                            Fonti: (www.leggo.it)

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