Tutti i giornali in questa stagione ci propongono nuove diete per non ingrassare durante l'inverno, quando si tende a stare più in casa e a mangiare di più.
Eppure, in un mondo che ha fame, il consumo di carne costituisce un enorme spreco economico. Il sociologo Jeremy Rifkin ne ha dato una dimostrazione in cifre: se nel mondo ci sono 800 milioni di persone che soffrono la fame è perché gran parte del terreno coltivabile viene dedicato a farvi nascere foraggio e cibo per gli animali da carne. Ogni anno sono destinate a bovini, ovini, suini e polli circa 150 milioni di tonnellate di cereali. Con uno spreco enorme, perché, se facciamo un bilancio tra quanto nutrimento s'impiega per allevare un animale e quanta resa se ne ha ai fini dell'alimentazione umana, vediamo che il conto non torna.
È molto più conveniente impiegare nell'alimentazione umana un chilo di cereali (può nutrire più persone in un giorno, e non ha sprechi) che impiegarne la stessa quantità per nutrire un animale da macello.
Anche la scienza da ragione all'etica. Non è vero che la carne è necessaria al nostro sostentamento. I vegetali ci mettono a disposizione tutto quanto occorre alla vita, proteine comprese. Del resto, in termini evoluzionistici, l'uomo discende dalla scimmia e il nostro metabolismo è come il loro, che mangiano frutta, verdura e legumi. Infine, una dieta priva di carne non ci indebolirebbe: pensiamo alla potenza fìsica del gorilla.
Non solo frutta e verdura ci farebbero bene, ma servirebbero proprio a tenere lontane le malattie. Solo tre anni fa, l'Organizzazione mondiale della Sanità attribuiva a un insufficiente consumo di frutta e legumi quasi tre milioni di decessi. Il vegetariano di solito vive più a lungo e si ammala meno.
Fonti: (matteocala.myblog.it)
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