giovedì 24 marzo 2011

Osteoporosi e sport

In Italia sono oltre cinque milioni le persone che presentano riduzioni della massa ossea e sono esposte al rischio di osteoporosi. E non si tratta solo di donne in postmenopausa, le più soggette al fenomeno, ma anche di adolescenti che, attratte dal mito della linea a tutti i costi, seguono diete molto povere di nutrienti, tra i quali calcio e vitamina D, negando all’organismo la possibilità di generare e rafforzare il materiale osseo. Non sono da meno gli adolescenti maschi che si alimentano in modo sregolato e trascurano l’attività fisica, trascorrendo il tempo libero chiusi in casa a guardare la televisione o incollati davanti al computer. L’allarme è stato lanciato di recente nel corso del Congresso della Società Italiana di Osteoporosi: secondo le previsioni degli esperti, i giovani che continuano ad adottare questo stile di vita rischiano di arrivare a 30 anni con il 15% in meno della massa ossea ideale e a 60 anni con già una frattura. E per l’immediato futuro le previsioni non sono le più rosee: nel 2020 il numero di nuovi casi sarà il doppio rispetto a oggi. Cosa fare dunque per scongiurare quella che sembra profilarsi come una vera e propria epidemia?

CHE COSA E' L'OSTEOPOROSI?

 L’osteoporosi è una riduzione della massa ossea, che rende le ossa fragili e “friabili". 
E' principalmente una malattia degli anziani che ha inizio intorno ai 50 anni. Dopo i 30 anni non c’è più produzione di massa ossea e bisogna mantenere in buona salute quella esistente. Le donne dopo la menopausa sono le più colpite dalla perdita della massa ossea; tuttavia esistono anche uomini che soffrono di questa malattia. 
L’osteoporosi è una malattia nella quale i minerali si esauriscono più rapidamente di quanto possano essere rimpiazzati. Se la malattia viene curata contemporaneamente con la dieta, gli ormoni e l’esercizio fisico, la qualità della vita può essere migliorata. Esistono dei farmaci che, insieme alla terapia fisica e all'alimentazione, possono rallentare o addirittura far regredire la perdita ossea. La terapia con gli estrogeni dopo la menopausa, se dosata in modo giusto, può essere utile o addirittura necessaria (se vengono usati metodi alternativi) per ridurre la perdita ossea. 
Il latte e i latticini e l’esercizio fisico, hanno diversi compiti per la salute della massa ossea, e sono entrambi necessari per mantenere in buona salute il sistema scheletrico. 
Ogni anno vengono registrate 1,3 milioni di fratture ossee dovute all’osteoporosi, tra le quali 250.000 sono fratture dell’anca. L’80% circa riguardano donne sopra i 65 anni che soffrono di osteoporosi. Un quarto di queste fratture creeranno complicazioni che porteranno alla morte, come polmonite e trombosi nel corso del primo anno, e un terzo sarà danneggiato al punto da non essere più autosufficiente. Oltre alle fratture, l’osteoporosi è responsabile anche della perdita ossea della mascella e della gengiva, ingobbimento, mal di schiena, fratture al polso e diminuzione dell’altezza. Tutti questi disturbi e le fratture si verificano in circostanze normali, e non sono giustificati da sforzi eccessivi o troppa tensione. Spesso non c’è nessun tipo di trauma. I fattori di rischio sono l’appartenenza ad alcune razze, i precedenti familiari, lo stile di vita, la menopausa precoce, il non aver avuto figli e l’asportazione delle ovaie. Le donne sedentarie o con l’ossatura piccola, che hanno la carnagione chiara e non hanno altri problemi di salute sono anche a rischio.


IL RUOLO DELL'ATTIVITA' FISICA


Scopo dell'attività motoria in soggetti affetti da osteoporosi è creare una stimolazione meccanica dinamica, sufficiente ad ottenere un miglioramento della mineralizzazione ossea.
La letteratura più recente riconosce come miglior stimolo possibile la forza muscolare trasmessa tramite i tendini al tessuto osseo durante la contrazione (sono adatti esercizi isotonici a carico naturale o con pesi leggeri e a resistenza elastica).
 Infatti le cellule deputate al fissaggio del calcio circolante nel sangue ne riforniscono le ossa in modo direttamente proporzionale alle «richieste» del corpo, cioè in pratica a seconda del movimento e dello sforzo muscolare compiuto dall’organismo. Inoltre, le sollecitazioni che il movimento esercita sul tessuto osseo stimolano un maggior lavoro degli osteoblasti, le cellule che nei processi di rimodellamento osseo hanno il compito di rinnovare o riparare le ossa. Via libera dunque a sport come marcia, corsa, ginnastica posturale, danza, pesi leggeri, pallavolo, pallacanestro, oppure semplici camminate a passo spedito. Lo sport, quindi, come alleato delle ossa a qualsiasi età, ma non è tutto così semplice…
Alcuni tipi di sport, come nuoto e bicicletta, non sono infatti particolarmente indicati in quanto hanno poco effetto sulla densità ossea. Per quanto riguarda il nuoto, il movimento esercitato quasi in assenza di forza di gravità non stimola l’attività delle cellule ossee. Allo stesso modo, andare in bicicletta, pur essendo un toccasana per cuore e polmoni, comporta uno scarso carico meccanico su ossa e articolazioni. L’atleta rimane infatti seduto su un attrezzo, la bicicletta, che riduce l’impatto della gravità sul corpo durante il movimento: senza questo tipo di «stress» la reazione del tessuto osseo, che è un tessuto vivo pronto a rispondere alle sollecitazioni esterne, è modesta, così come l’aumento di densità ossea. Proprio per questi motivi, gli esperti suggeriscono agli sportivi impegnati in tali attività di integrare i loro allenamenti con esercizi ad «alto impatto» (corsa, esercizi con i pesi, salto con la corda), con attività cioè che impongano al corpo di lavorare contro la forza di gravità, esercitando un maggior carico sulle ossa. Si tratta della strategia migliore per ottenere un incremento della massa ossea e ridurre il rischio di fratture e osteoporosi.

                                                                                                                      (Fonti varie)

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