martedì 22 marzo 2011

Sport e vene Varicose

CHE COSA SONO?

Le vene varicose sono vene che hanno perso il loro normale tono, e che si presentano perciò permanentemente ingrossate, tortuose e con tipici ''nodi''. 
Il termine più appropriato per indicare questa condizione è ''insufficienza venosa cronica''. 
Si manifestano con maggiore frequenza nelle due vene safene: la grande safena che corre lungo la faccia interna della gamba e della coscia, e la piccola che sale lungo il polpaccio fino al cavo del ginocchio. Le vene varicose sono causate dal cattivo funzionamento di particolari ''valvole'' situate all'interno delle vene degli arti inferiori che servono per facilitare il ritorno del sangue al cuore.

Mentre il transito del sangue dal cuore alla periferia, attraverso le arterie, è garantito prevalentemente dall'azione di pompa del cuore, per ritornare al cuore, il sangue deve vincere la forza di gravità: lo sforzo maggiore è sostenuto dai muscoli del polpaccio e dal sistema di valvole interne alle vene degli arti inferiori. Le vene perciò devono essere elastiche e pienamente efficienti per garantire questo scorrimento in senso inverso, coadiuvando efficacemente l'attività di pompa dei muscoli che spingono il sangue venoso verso l'alto comprimendo le vene profonde. Per facilitare questa funzione, le valvole si chiudono al passaggio del sangue impedendone il riflusso in basso. Il cattivo funzionamento di queste valvole è alla base della malattia varicosa: l'incontinenza valvolare provoca il ristagno del sangue che a lungo andare sfianca le pareti delle vene, soprattutto quando è presente una debolezza costituzionale del tessuto elastico della loro parete. 
In alcuni rari casi le valvole unidirezionali possono mancare sin dalla nascita. Le varici alle gambe sono più frequenti nei soggetti obesi e durante la gravidanza ed esiste una predisposizione familiare. Molte donne spesso avvertono un peggioramento dei disturbi provocati dalle vene varicose in concomitanza con il periodo mestruale.


La comparsa di sottili linee blu che delineano le vene sotto la cute può essere un primo segno dello sviluppo delle varici. Nelle forme più gravi, le varici venose appaiono come raggruppamenti di vasi visibilmente dilatati, tortuosi e bluastri. L'aspetto tortuoso che finiscono per assumere nei casi più gravi è dovuto al fatto che, oltre a dilatarsi, si allungano e perciò perdono la linearità. 
Le varici sono in genere associate a senso di pesantezza della gamba, dolore, faticabilità, sensazione di calore, irrequietezza notturna e occasionali crampi notturni. Il gonfiore è di solito circoscritto alla caviglia e al piede. Spesso si aggrava nel corso della giornata, ma può diminuire durante la notte perché stare sdraiati facilita il ritorno venoso in direzione del cuore. I sintomi possono accentuarsi dopo che si è stati a lungo in piedi, soprattutto se fermi, nei mesi più caldi, durante il ciclo mestruale e nelle prime fasi della gravidanza.
Lo stadio di sviluppo delle varici in cui ci si comincia a preoccupare dipende in gran parte dall'età e dal sesso. Gli uomini in genere e le donne più anziane per lo più si rivolgono al medico solo quando i sintomi diventano fastidiosi con tendenza all'aggravamento. Per le donne più giovani l'aspetto delle gambe è molto più importante e il trattamento viene richiesto per ragioni estetiche prima ancora della comparsa dei sintomi.
Una pressione venosa sempre elevata, oltre che causare raccolta di liquidi nei tessuti (edemi), può anche modificare visibilmente la colorazione della pelle nelle zone colpite. Le venule troppo dilatate possono rompersi provocando la formazione di macchie marroni che, da ristrette aree cutanee, nei casi più gravi possono allargarsi ai tessuti circostanti. Le modificazioni possono interessare la struttura stessa della pelle che diventa secca e squamosa oppure umida e appiccicosa. Soprattutto in seguito a piccoli traumi, possono formarsi vere e proprie ulcere da stasi (ristagno della circolazione) venosa. Quando sono presenti colorazione rosso-bruna attorno alla caviglia, eczema con intenso prurito, edema, indurimento sottocutaneo e ulcera si parla di sindrome da stasi.
 
Le vene varicose possono inoltre facilitare la formazione di un coagulo di sangue che può andare ad ostruire la vena e provocare una flebite. La flebite si manifesta con un forte dolore alla gamba, polpaccio caldo, gonfiore, dolore alla pressione, febbre. In caso di flebite indispensabile una visita medica.

COSA FARE?
  • Se si svolgono attività che costringono a stare molto tempo in piedi, sollevarsi spesso sulle punte: questo semplice movimento facilita la risalita del sangue dalla gamba verso il cuore. 
  • Non restare a lungo seduti con le gambe a penzoloni, come può accadere in treno o in automobile. Per lunghi viaggi in automobile non indossare indumenti stretti e fermarsi almeno ogni ora per una breve passeggiata. 
  • Dormire coi piedi sollevati di qualche centimetro rispetto al cuore. 
  • Non appoggiare le gambe su sgabelli e non dormire con un cuscino sotto i piedi, perché in questa posizione il ginocchio sospeso nel vuoto blocca la vena poplitea e ne riduce il flusso. 
  • D'estate non esporre le gambe al sole né fare sabbiature. Camminare a lungo dentro l'acqua del mare immersi fino al bacino; anche il nuoto è molto utile. È dannoso invece passeggiare sulla battigia facendosi schiaffeggiare le caviglie e le gambe dalle onde. 
  • Se costretti a letto da qualche malattia, muovere frequentemente le gambe. 
  • Evitare giarrettiere, elastici e gambaletti che ostacolano la risalita del sangue. 
  • Ridurre il peso corporeo in eccesso. 
  • Non indossare scarpe con i tacchi troppo alti o troppo bassi: in ambedue i casi manca l'effetto pompa della pianta del piede e la circolazione delle gambe ne risente. 
  • Preferire la doccia al bagno perché più difficilmente l'acqua calda corrente provoca vasodilatazione. 

  • Camminare almeno un'ora al giorno.
  • Evitare di fumare e di bere alcolici perché riducono la funzionalità circolatoria.
  • Molto utili sono le calze elastiche a compressione graduale, studiate apposta per chi soffre di vene varicose (scegliere attentamente il modello adatto con l'aiuto del medico o del farmacista). E' importante indossarle al mattino restando sdraiati e prima di scendere dal letto.
QUANDO ANDARE DAL MEDICO?
  •  Quando si avverte prurito alla caviglia o questa presenta una colorazione brunastra e la pelle tende a fessurarsi.
  • Quando compaiono i segni di una flebite (dolore, rossore, gonfiore, prurito). 
  • Quando il dolore alla gamba con varici si fa persistente e fastidioso. 
  • Una visita medica è sempre necessaria per valutare l'opportunità di un intervento chirurgico di rimozione delle vene varicose o per altre forme di intervento (es. terapia sclerosante).
TIPI DI SFORZO NELLA PRATICA SPORTIVA 

STATICO
 
E' interessata una massa muscolare ridotta in contrazione a postura fissa e ad atti respiratori incongrui con conseguente elevata sollecitazione valvolare venosa.
Sport a sforzi statici canoa, kajak sci alpino equitazione. 


Sport a sforzi statici intermittenti rugby pallavolo calcio tennis. 


Specie in quest'ultimo sport, gli elementi della pompa muscolare entrano in gioco in modo non armonico ed insufficiente ed anche gli atti respiratori sono incongrui (apnea intermittente). 

DINAMICO 
 
E' sollecitata una massa muscolare più importante con movimento ed atti respiratori regolari: si ha un abbassamento delle resistenze periferiche ed una minore sollecitazione valvolare venosa.
Sport a sforzo dinamico marcia e corsa a piedi 


Sport dinamici per eccellenza ciclismo e sci di fondo 

NUOTO
 

Un discorso a parte merita il NUOTO, si tratterebbe di uno sport semistatico, ma la postura e la soppressione della forza di gravità compensano la parte statica dello sport facendone, dal punto di vista flebologico, uno SPORT RACCOMANDABILE. 

CHE TIPO DI SPORT PRATICARE O EVITARE?
 
Senza la pretesa di essere esaustivi, vista la complessità dell' argomento, si possono delineare alcune linee guida: 

Soggetto normale e senza fattori di rischio: qualsiasi sport 

Soggetto normale con fattori di rischio :si a sport dinamici no a sport statici
 
Soggetto con varici: sport dinamici terapeutici (es: nuoto) 

Atleta con varici : sport dinamici previa correzione dell'insufficienza 

Paziente "sportivo" con grosse vene superticiali dell'arto inferiore è necessario far eseguire visita flebologica con un' esplorazione ecocolordoppler alla ricerca di eventuali insufficienze valvolari con reflussi in condizioni di riposo. Sotto sforzo infatti possono essere presenti reflussi, specie alla radice degli arti, da considerarsi "fisiologici" nello sportivo. Una volta accertata la presenza di" varici vere" con insufficienza valvolare e stasi periferica, anche nello sportivo, é indicato il trattamento radicale chirurgico o scleroterapico. 

L'atto terapeutico aggressivo e non giustificato funzionalmente, anche se dettato da legittime esigenze estetiche, oltre a peggiorare l'iniziale inestetismo, può condurre alla costituzione di una malattia varicosa vera. 

Alcuni tipi di sport possono favorire l'insorgenza e l'aggravamento di un altro tipo di insufficienza venosa localizzata al plesso venoso testicolare detta varicocele che, se non trattata adeguatamente precocemente, può avere conseguenze sulla fertilità. 

E' intuitiva l'importanza della stretta collaborazione tra medico dello sport e flebologo per un corretto inquadramento diagnostico con precisa ricerca dei fattori di rischio(familiari, costituzionali, funzionali) quindi una indicazione allo sport più appropriata. 

Un' attività sportiva corretta ricopre infatti un ruolo preventivo sulla patologia varicosa nei soggetti a rischio ed un ruolo fisioterapico sulle manifestazioni iniziali dell' insufficienza venosa. Al contrario la pratica, a livello agonistico ed anche amatoriale, di sport incongrui può scatenare una serie di reazioni che portano dalla manifestazione della malattia varicosa all' aggravamento dei sintomi presenti fino alle non frequenti ma gravi conseguenze sul sistema venoso profondo. 

Lo sport è salute specie in questo nostro mondo sempre più sedentario e deve essere praticato a tutte le età, ma bisogna ricordarsi che non tutti gli sport sono uguali e, nella scelta, una preventiva valutazione flebologica, permette di unire l'utile e non dannoso al dilettevole. 

GLI SPORT SCONSIGLIATI

Le strutture venose soffrono molto più delle brusche contrazioni muscolari che della mitica forza di gravità.
Perciò gli sport controindicati sono quelli che provocano forti compressioni addominali e brusche contrazioni muscolari.

GLI SPORT CONSIGLIATI
Sono quelli che permettono un armonico e progressivo allenamento muscolare ed eventualmente sfruttano gli elementi naturali come l’acqua, un suolo morbido, aria pura ecc. raggiungendo progressivamente il massimo rendimento.

Il nuoto in particolare trasforma l’attività sportiva in un massaggio naturale

L’elastocompressione rappresenta la migliore protezione per la comparsa e l’evoluzione dell’insufficienza venosa cronica negli sportivi (soprattutto professionisti). Migliora il rendimento sportivo del 15 % nei soggetti sani.
      
                                                                                                                              (Fonti Varie)

2 commenti:

  1. Ciao, i sintomi dell'insufficienza venosa possono essere vari... Un po' di info per capire quale effettivamente sia il tuo caso #test http://goo.gl/rkAWWT

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  2. Allora, soffrendo di varici recidive (operato due volte alla stessa gamba), devo smettere di correre?
    Grazie.

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