Mal di schiena, cefalee, vertigini, dolori cervicali, acufeni o addirittura astenia e deficit di concentrazione: potrebbe dipendere dai denti l’origine di questi disturbi, che nascono nel cavo orale e si manifestano in distretti del corpo, solo in apparenza, lontani. Lo scopo di molti studi recenti è proprio quello di mappare le “relazioni pericolose” nel nostro corpo, con particolare riferimento alla patologia della malocclusione dentale, cioè un non perfetto combaciamento dell'arcata dentaria superiore con quella inferiore.
«Ci sono dolori all'orecchio che non hanno nessuna genesi nell'apparato uditivo o cervicalgie che non dipendono dal rachide - dice Molino - il malessere spesso nasce dalla bocca e dipende da una cattiva relazione di contatto tra i denti che determina un ipertono della muscolatura mandibolare, altera la funzionalità delle articolazioni del cavo orale e ha ripercussioni sulle correlazioni nervose dell'intero sistema posturale dell'organismo».
Gnatologia è il termine che indica in senso stretto la branca medica che si occupa delle mascelle e di quanto è loro connesso ossia denti, articolazione temporomandibolare, muscoli della masticazione e sistema nervoso. La visione olistica dell’uomo che negli ultimi vent’anni si è sempre piu’ affermata tra gli operatori della salute ha fatto sì che lo gnatologo veramente moderno abbia oggi un atteggiamento rivolto sì all’equilibrio mascellare, ma non più slegato dall’equilibrio di tutta la persona.
La gnatologia moderna si è quindi integrata nella “posturologia”.
Quest’ultima si occupa dell’equilibrio statico e dinamico di tutta la persona intesa come psicosoma e considera il sistema stomatognatico (bocca e mascelle) in stretta connessione con altri sistemi e sottosistemi che integrandosi tra loro contribuiscono all’omeostasi e al buon funzionamento del corpo e della psiche.
La visione olistica e sistemica dell’uomo è avvincente perché integra l’operato degli specialisti di branca come per esempio oculisti, ortopedici, otorinolaringoiatri, neurologi, psichiatri, chiropratici, osteopati, fisiatri, fisioterapisti, omeopati, dentisti ed ortodontisti in una visione unitaria del paziente, sottraendo così lo stesso all’angheria spersonalizzante dello spezzettamento in parti di una macchina in cui ogni specialista vede solo quello che lo riguarda specificamente perdendo così il senso dell’insieme.
In questa ottica nessuna branca specialistica è indipendente dalle altre e la collaborazione tra specialisti è obbligatoria.
Quindi ciascuno dei componenti del team potrebbe assumersi la responsabilità dell’indirizzo diagnostico e terapeutico ogni volta che si trova ad affrontare un caso clinico che lo richieda. Da quanto abbiamo esposto si desume chiaramente che l’ortognatodontista, gnatologo per definizione implicita in quanto si occupa peculiarmente della crescita e dello sviluppo armonico dentomascellare, deve sempre valutare il proprio paziente in quest’ottica. Si potrebbe quasi affermare che dovrebbe guardare i denti non prima di aver valutato l’atteggiamento posturale psicosomatico e che debba inquadrare ogni opzione di trattamento nel quadro delle conseguenze che si ripercuoteranno nel contesto posturale globale.
La gnatologia moderna si è quindi integrata nella “posturologia”.
Quest’ultima si occupa dell’equilibrio statico e dinamico di tutta la persona intesa come psicosoma e considera il sistema stomatognatico (bocca e mascelle) in stretta connessione con altri sistemi e sottosistemi che integrandosi tra loro contribuiscono all’omeostasi e al buon funzionamento del corpo e della psiche.
La visione olistica e sistemica dell’uomo è avvincente perché integra l’operato degli specialisti di branca come per esempio oculisti, ortopedici, otorinolaringoiatri, neurologi, psichiatri, chiropratici, osteopati, fisiatri, fisioterapisti, omeopati, dentisti ed ortodontisti in una visione unitaria del paziente, sottraendo così lo stesso all’angheria spersonalizzante dello spezzettamento in parti di una macchina in cui ogni specialista vede solo quello che lo riguarda specificamente perdendo così il senso dell’insieme.
In questa ottica nessuna branca specialistica è indipendente dalle altre e la collaborazione tra specialisti è obbligatoria.
Quindi ciascuno dei componenti del team potrebbe assumersi la responsabilità dell’indirizzo diagnostico e terapeutico ogni volta che si trova ad affrontare un caso clinico che lo richieda. Da quanto abbiamo esposto si desume chiaramente che l’ortognatodontista, gnatologo per definizione implicita in quanto si occupa peculiarmente della crescita e dello sviluppo armonico dentomascellare, deve sempre valutare il proprio paziente in quest’ottica. Si potrebbe quasi affermare che dovrebbe guardare i denti non prima di aver valutato l’atteggiamento posturale psicosomatico e che debba inquadrare ogni opzione di trattamento nel quadro delle conseguenze che si ripercuoteranno nel contesto posturale globale.
Per definire la postura del corpo umano esistono molte formule, di cui alcune valide, ma nella loro semplicità comunque limitate rispetto alla complessità della natura umana. Una formula di compendio potrebbe essere “La postura è l’espressione somatica dell’atteggiamento relazionale dello psicosoma umano con la propria interiorità e con l’ambiente che lo circonda“.
Questa definizione permette validamente di porre l’accento su tre aspetti estremamente importanti e spesso sottaciuti:
1) la postura corporea è una funzione integrata individuale su cui psiche, soma e ambiente esterno agiscono con un gran numero di variabili, una cui analisi completa ed esaustiva (che può e deve però rimanere l’obiettivo teleologico della ricerca) è attualmente IMPOSSIBILE.
2) un professionista impegnato in questa clinica con un buon corredo di semeiotica medica magari coadiuvata da un’analisi strumentale veloce, economica e sufficiente può evidenziare le variabili più importanti ed intervenire positivamente.
3) è infatti POSSIBILE sempre migliorare la postura individuale con un appropriato intervento del posturologo ma per ottimizzarla in modo stabile occorre indispensabilmente la collaborazione del soggetto impegnato personalmente nel percorso terapeutico suggerito.
Gli approfondimenti focalizzati degli studiosi di gnatologia e posturologia traggono infatti necessariamente dalla fisiologia di base le loro indispensabili premesse e non c’è dubbio che è proprio dalla mancanza di queste nozioni base che si possono riconoscere le speculazioni improvvisate di santoni” di scarsa cultura che infestano il campo contribuendo alla confusione dei pazienti e alla mistificazione di una materia che è invece di per sé molto chiara quando affrontata con una chiave di pensiero che integri le conoscenze scientifiche con una visione sistemica e olistica dell’esperienza umana.
Il pensiero sistemico offre infatti la possibilità di comprendere chiaramente come mai sia così difficile riconoscere in tanti casi la mancanza di aderenza dei successi clinici ai principi di sperimentazione basati su correlazioni causa-effetto lineari.
Il pensiero sistemico offre infatti la possibilità di comprendere chiaramente come mai sia così difficile riconoscere in tanti casi la mancanza di aderenza dei successi clinici ai principi di sperimentazione basati su correlazioni causa-effetto lineari.
(Fonti varie)
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RispondiEliminaThanks. follow us and suggest topics that might be of interest
RispondiEliminaLo Gnatologo per definizione è l'esperto di occlusione, di ATM (articolazioni temporo-mandibolari) e di riabilitazioni implanto-protesiche. Lo Gnatologo quindi ha le competenze specifiche per la risoluzione di problemi gnatologici (disordini occlusali, articolari e muscolari). In altre parole lo Gnatologo è quella figura medica super specializzata che si occupa delle mascelle e di quanto è loro connesso ossia denti, articolazioni temporo-mandibolari, muscoli della masticazione e sistema nervoso.La visita gnatologica serve a capire infatti se i fastidi accusati dal paziente (cefalea, dolori facciali, nucali, acufeni, vertigini) sono in relazione con la malocclusione.
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