Bagna ancora il letto nonostante sia ormai grandicello. Perché? La difficoltà del bambino a controllare l’emissione di urina durante la notte è un problema che, in genere, preoccupa molto mamma e papà.
Ma nella maggior parte dei casi, si risolve da solo con la crescita. Il fenomeno è piuttosto diffuso e riguarda circa il 10% dei bambini in età scolare. Si può parlare di enuresi vera e propria solo a partire dai 5-6 anni. Prima, la situazione può essere considerata normale e dipendere dai ritmi individuali dello sviluppo psicomotorio. Si parla di enuresi primaria quando il bimbo non ha mai raggiunto il controllo della vescica. Secondaria, se ha ripreso a bagnare il letto dopo un periodo “asciutto”.
Per molto tempo l’enuresi è stata considerata un problema esclusivamente psicologico, da associare alla nascita di un fratellino o alla separazione dei genitori. Oggi si ritiene che le cause siano soprattutto fisiche. Alla base possono esserci più fattori: una vescica immatura e molto sensibile agli stimoli di riempimento; uno scorretto coordinamento neuro-motorio-vescicale che può essere associato a lievi difetti della colonna vertebrale o un’inversione dei ritmi giorno-notte di produzione dell’urina. Questi bambini farebbero cioè più pipì di notte che di giorno, al contrario di quanto avviene normalmente. Anche la familiarità ha un ruolo importante. Il 75% dei bambini colpiti ha un genitore che in passato ha avuto lo stesso problema.
L’aspetto psicologico, comunque, non va trascurato come conseguenza del disturbo. I bambini che non riescono a controllare la pipì, infatti, possono avere una bassa autostima e sono a rischio di depressione.
Per molto tempo l’enuresi è stata considerata un problema esclusivamente psicologico, da associare alla nascita di un fratellino o alla separazione dei genitori. Oggi si ritiene che le cause siano soprattutto fisiche. Alla base possono esserci più fattori: una vescica immatura e molto sensibile agli stimoli di riempimento; uno scorretto coordinamento neuro-motorio-vescicale che può essere associato a lievi difetti della colonna vertebrale o un’inversione dei ritmi giorno-notte di produzione dell’urina. Questi bambini farebbero cioè più pipì di notte che di giorno, al contrario di quanto avviene normalmente. Anche la familiarità ha un ruolo importante. Il 75% dei bambini colpiti ha un genitore che in passato ha avuto lo stesso problema.
L’aspetto psicologico, comunque, non va trascurato come conseguenza del disturbo. I bambini che non riescono a controllare la pipì, infatti, possono avere una bassa autostima e sono a rischio di depressione.
La difficoltà a controllare la pipì può essere corretta con i trattamenti giusti e un’adeguata educazione comportamentale. Il pediatra, con l’aiuto dei genitori, ricostruirà la storia del bambino e lo sottoporrà ad alcuni test innocui e non invasivi.
Chiarito il quadro clinico, sarà possibile prescrivere la terapia farmacologia adatta: la desmopressina è il farmaco consigliato in caso di enuresi notturna mentre gli anticolinergici si utilizzano quando i bambini bagnano il letto anche di giorno.
Non sempre è necessario assumere i farmaci. In alcuni casi, possono bastare alcuni accorgimenti.
Il bimbo deve abituarsi a bere più di giorno che di sera, imparare a sentire lo stimolo e ad andare in bagno ogni due ore circa. Anche un’alimentazione adeguata può migliorare la situazione. Meglio ridurre il consumo di sodio e calcio nelle ore serali ed evitare, ad esempio, di bere latte prima di andare a dormire.
Può essere utile, di notte, anche puntare la sveglia nell’orario in cui il bambino fa la pipì a letto e incoraggiarlo a svuotare la vescica. Infine, un calendario sul quale registrare i suoi progressi può essere un ottimo strumento motivazionale e contribuire a migliorare la situazione.
Niente rimproveri, quindi, o atteggiamenti che potrebbero rivelarsi dannosi e controproducenti.
È bene ricordare, poi, che nei primi anni di vita è fondamentale rispettare i tempi del bambino e tener conto che il controllo della vescica, e il conseguente abbandono del pannolino, non può essere raggiunto prima dei tre anni. È una delle ultime tappe dello sviluppo psicomotorio ed è corretto rispettare i ritmi che la natura ha previsto per l’organismo umano. Se a 4 anni il bimbo non controlla ancora la vescica è sufficiente monitorare la situazione osservando il suo comportamento: se il problema si presenta solo di notte o se il piccolo ha difficoltà a controllare la pipì anche durante il giorno. Inoltre, è bene far caso ai piccoli segnali: stimoli frequenti a urinare, piccole perdite durante le 24 ore. Se a cinque anni il problema persiste, può essere utile una visita pediatrica di controllo. In ogni caso, rimane essenziale evitare di caricare di ansia il bambino.
(Fonti varie)
Chiarito il quadro clinico, sarà possibile prescrivere la terapia farmacologia adatta: la desmopressina è il farmaco consigliato in caso di enuresi notturna mentre gli anticolinergici si utilizzano quando i bambini bagnano il letto anche di giorno.
Non sempre è necessario assumere i farmaci. In alcuni casi, possono bastare alcuni accorgimenti.
Il bimbo deve abituarsi a bere più di giorno che di sera, imparare a sentire lo stimolo e ad andare in bagno ogni due ore circa. Anche un’alimentazione adeguata può migliorare la situazione. Meglio ridurre il consumo di sodio e calcio nelle ore serali ed evitare, ad esempio, di bere latte prima di andare a dormire.
Può essere utile, di notte, anche puntare la sveglia nell’orario in cui il bambino fa la pipì a letto e incoraggiarlo a svuotare la vescica. Infine, un calendario sul quale registrare i suoi progressi può essere un ottimo strumento motivazionale e contribuire a migliorare la situazione.
Niente rimproveri, quindi, o atteggiamenti che potrebbero rivelarsi dannosi e controproducenti.
È bene ricordare, poi, che nei primi anni di vita è fondamentale rispettare i tempi del bambino e tener conto che il controllo della vescica, e il conseguente abbandono del pannolino, non può essere raggiunto prima dei tre anni. È una delle ultime tappe dello sviluppo psicomotorio ed è corretto rispettare i ritmi che la natura ha previsto per l’organismo umano. Se a 4 anni il bimbo non controlla ancora la vescica è sufficiente monitorare la situazione osservando il suo comportamento: se il problema si presenta solo di notte o se il piccolo ha difficoltà a controllare la pipì anche durante il giorno. Inoltre, è bene far caso ai piccoli segnali: stimoli frequenti a urinare, piccole perdite durante le 24 ore. Se a cinque anni il problema persiste, può essere utile una visita pediatrica di controllo. In ogni caso, rimane essenziale evitare di caricare di ansia il bambino.
(Fonti varie)
Ci sono passata con entrambi i miei bimbi e all'inizio devo dire che non è stato facile.
RispondiEliminaUna cosa che ci ha aiutato molto è stato un accorgimento facile facile: abbiamo iniziato a tenere un calendario delle notti asciutte e di quelle bagnate per registrare i loro progressi e naturalmente l’utilizzo di mutandine assorbenti specifiche per il problema.
Cercando informazioni in rete poi, avevo trovato alcuni consigli che mi sono stati davvero utili, li condivido qui, sperando possano servire a qualche altra mamma alle prese con questa fase della crescita:
http://www.nottiasciutte.it/gestire-enuresi/manuale-notti-asciutte