martedì 19 aprile 2011

Pipì a letto? Quando rivolgersi al medico

Bagna ancora il letto nonostante sia ormai grandicello. Perché? La difficoltà del bambino a controllare l’emissione di urina durante la notte è un problema che, in genere, preoccupa molto mamma e papà.

Ma nella maggior parte dei casi, si risolve da solo con la crescita. Il fenomeno è piuttosto diffuso e riguarda circa il 10% dei bambini in età scolare. Si può parlare di enuresi vera e propria solo a partire dai 5-6 anni. Prima, la situazione può essere considerata normale e dipendere dai ritmi individuali dello sviluppo psicomotorio. Si parla di enuresi primaria quando il bimbo non ha mai raggiunto il controllo della vescica. Secondaria, se ha ripreso a bagnare il letto dopo un periodo “asciutto”.
Per molto tempo l’enuresi è stata considerata un problema esclusivamente psicologico, da associare alla nascita di un fratellino o alla separazione dei genitori. Oggi si ritiene che le cause siano soprattutto fisiche. Alla base possono esserci più fattori: una vescica immatura e molto sensibile agli stimoli di riempimento; uno scorretto coordinamento neuro-motorio-vescicale che può essere associato a lievi difetti della colonna vertebrale o un’inversione dei ritmi giorno-notte di produzione dell’urina. Questi bambini farebbero cioè più pipì di notte che di giorno, al contrario di quanto avviene normalmente. Anche la familiarità ha un ruolo importante. Il 75% dei bambini colpiti ha un genitore che in passato ha avuto lo stesso problema.
L’aspetto psicologico, comunque, non va trascurato come conseguenza del disturbo. I bambini che non riescono a controllare la pipì, infatti, possono avere una bassa autostima e sono a rischio di depressione.
La difficoltà a controllare la pipì può essere corretta con i trattamenti giusti e un’adeguata educazione comportamentale. Il pediatra, con l’aiuto dei genitori, ricostruirà la storia del bambino e lo sottoporrà ad alcuni test innocui e non invasivi.
Chiarito il quadro clinico, sarà possibile prescrivere la terapia farmacologia adatta: la desmopressina è il farmaco consigliato in caso di enuresi notturna mentre gli anticolinergici si utilizzano quando i bambini bagnano il letto anche di giorno.
Non sempre è necessario assumere i farmaci. In alcuni casi, possono bastare alcuni accorgimenti.
Il bimbo deve abituarsi a bere più di giorno che di sera, imparare a sentire lo stimolo e ad andare in bagno ogni due ore circa. Anche un’alimentazione adeguata può migliorare la situazione. Meglio ridurre il consumo di sodio e calcio nelle ore serali ed evitare, ad esempio, di bere latte prima di andare a dormire.
Può essere utile, di notte, anche puntare la sveglia nell’orario in cui il bambino fa la pipì a letto e incoraggiarlo a svuotare la vescica. Infine, un calendario sul quale registrare i suoi progressi può essere un ottimo strumento motivazionale e contribuire a migliorare la situazione.
Niente rimproveri, quindi, o atteggiamenti che potrebbero rivelarsi dannosi e controproducenti.
È bene ricordare, poi, che nei primi anni di vita è fondamentale rispettare i tempi del bambino e tener conto che il controllo della vescica, e il conseguente abbandono del pannolino, non può essere raggiunto prima dei tre anni. È una delle ultime tappe dello sviluppo psicomotorio ed è corretto rispettare i ritmi che la natura ha previsto per l’organismo umano. Se a 4 anni il bimbo non controlla ancora la vescica è sufficiente monitorare la situazione osservando il suo comportamento: se il problema si presenta solo di notte o se il piccolo ha difficoltà a controllare la pipì anche durante il giorno. Inoltre, è bene far caso ai piccoli segnali: stimoli frequenti a urinare, piccole perdite durante le 24 ore. Se a cinque anni il problema persiste, può essere utile una visita pediatrica di controllo. In ogni caso, rimane essenziale evitare di caricare di ansia il bambino.

                                                                                                      (Fonti varie)

1 commento:

  1. Ci sono passata con entrambi i miei bimbi e all'inizio devo dire che non è stato facile.
    Una cosa che ci ha aiutato molto è stato un accorgimento facile facile: abbiamo iniziato a tenere un calendario delle notti asciutte e di quelle bagnate per registrare i loro progressi e naturalmente l’utilizzo di mutandine assorbenti specifiche per il problema.
    Cercando informazioni in rete poi, avevo trovato alcuni consigli che mi sono stati davvero utili, li condivido qui, sperando possano servire a qualche altra mamma alle prese con questa fase della crescita:
    http://www.nottiasciutte.it/gestire-enuresi/manuale-notti-asciutte

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