Il linfodrenaggio è una particolare tecnica di massaggio, esercitata nelle aree del corpo caratterizzate da eccessiva riduzione del circolo linfatico. Il linfodrenaggio, come preannuncia la parola stessa, favorisce il drenaggio dei liquidi linfatici dai tessuti: l'azione meccanica manuale viene esercitata a livello di aree che interessano il sistema linfatico (composto da milza, timo, noduli linfatici e linfonodi), allo scopo di facilitare il deflusso dei liquidi organici ristagnanti.
Il linfodrenaggio è una tecnica ampiamente sfruttata dalle donne per combattere gli inestetismi della cellulite; questa particolare metodica di massaggio viene sfruttata anche per risolvere disturbi di entità maggiore: ad esempio, il linfodrenaggio è particolarmente indicato per il riassorbimento degli edemi, per la regolazione del sistema neurovegetativo, e per favorire la cicatrizzazione di ulcere e piaghe nei diabetici.
Il linfodrenaggio esplica le proprie funzionalità secondo tre metodiche:
Il linfodrenaggio è una tecnica ampiamente sfruttata dalle donne per combattere gli inestetismi della cellulite; questa particolare metodica di massaggio viene sfruttata anche per risolvere disturbi di entità maggiore: ad esempio, il linfodrenaggio è particolarmente indicato per il riassorbimento degli edemi, per la regolazione del sistema neurovegetativo, e per favorire la cicatrizzazione di ulcere e piaghe nei diabetici.
Il linfodrenaggio esplica le proprie funzionalità secondo tre metodiche:
- Azione drenante dei liquidi: favorisce l'eliminazione dei liquidi interstiziali e linfatici
- Attività rilassante delle fibre muscolari
- Capacità di introdurre leucociti ed immunoglobuline (prodotte negli organi del sistema linfatico) nel circolo ematico
Il linfodrenaggio, contrariamente a quanto si potrebbe pensare, è una tecnica difficile da eseguire: infatti, l'operatore deve conoscere perfettamente il circolo linfatico e le zone da trattare: solo in questo modo, il drenaggio dei liquidi interstiziali e della linfa potrà essere favorito dalle giuste manipolazioni. Lo scopo è quello di indirizzare la linfa verso le zone linfatiche più vicine all'area massaggiata: in questo modo, la circolazione superficiale della linfa e lo scorrimento della stessa è facilitato.
La tecnica del linfodrenaggio si attua tramite applicazione di un leggero movimento pressorio sulla cute, che dev'essere lento e delicato, avendo cura di applicare spinte tangenziali. Il linfodrenaggio deve seguire il percorso della linfa: a tal proposito, il massaggio richiede d'iniziare a livello del collo, zona in cui si trovano i linfonodi dove la linfa si mescola al circolo ematico. Solo successivamente, la tecnica procede nelle altre zone del corpo.
I movimenti tipici del massaggio sono quattro: spinte circolari, rotatorie, movimenti a pompaggio ed erogatori.
I movimenti circolari, che devono essere sempre applicati in modo leggero ma contemporaneamente consistente, in genere si effettuano a livello del collo e del viso: il linfodrenaggio, frequentemente, comincia proprio con questo massaggio circolare, per il fatto che, come accennato, a livello del collo il circolo ematico e linfatico si mescolano per mezzo di linfonodi presenti nell'area suddetta.
Il massaggio prosegue con movimenti rotatori, in cui l'esperto fisioterapista esegue movimenti con il polso, alzandolo ed abbassandolo, frizionando la mano sulla cute in modo circolare.
Successivamente, il linfodrenaggio prevede movimenti a pompaggio: si altera la pressione dei tessuti per permettere una circolazione migliore della linfa (il fisioterapista sposta la pelle del paziente cercando di “disegnare” una sorta di cerchi ovali, spostando le dita nella stessa direzione).
Tutti questi movimenti vengono alternati con una frizione erogatrice, che consiste nel movimento rotatorio del polso sulla pelle del paziente.
La manualità del fisioterapista rappresenta sicuramente un fattore importantissimo. Con l'esperienza, infatti, lo specialista affina la capacità di applicare il linfodrenaggio: il massaggio deve seguire il flusso linfatico e la frizione sulla pelle non dev'essere troppo pesante, per evitare che il paziente percepisca dolore; la cute, inoltre, non deve arrossare dopo la seduta (non a caso il linfodrenaggio è spesso definito anche “massaggio dolce”). Solamente nel caso in cui il fisioterapista applichi queste regole base, il linfodrenaggio potrà svolgere gli effetti terapeutici desiderati. Il massaggiatore, oltre alle suddette regole basilari, deve mettere in pratica alcuni piccoli - ma efficaci – accorgimenti, in modo che il soggetto possa trarre ancor più beneficio dal linfodrenaggio: le mani del fisioterapista devono essere calde, anche l'ambiente dev'essere idoneo: la temperatura non dev'essere eccessivamente calda o fredda, il paziente dev'essere comodo, i muscoli non devono essere tesi, le aree del corpo non interessate dal linfodrenaggio devono essere coperte, la pressione del massaggio dovrebbe aumentare gradatamente e, a conclusione del massaggio, il soggetto dovrebbe riposare circa 15 minuti.
Il linfodrenaggio va effettuato direttamente con le mani, senza l'ausilio di oli o creme, perché il contatto con la pelle del paziente dev'essere diretto: le creme favorirebbero lo scivolamento delle mani lungo il corpo, mentre l'attrito risulta fondamentale per spingere la pelle e i liquidi ristagnanti in modo appropriato. La pressione esercitata dalle mani dello specialista sulla pelle del paziente non dev'essere eccessiva, per evitare d'incrementare il passaggio di liquidi dai tessuti ai vasi ematici ma favorire, viceversa, il drenaggio dei liquidi linfatici.
È raro che in una sola seduta le manovre del linfodrenaggio possano risolvere completamente l'edema, nonché il ristagno dei liquidi; generalmente, il paziente si deve sottoporre a più trattamenti per ottenere buoni risultati duraturi. Ovviamente, la frequenza e la durata delle sedute saranno stabilite in base al disturbo del paziente.
Come tutte le terapie (poiché il linfodrenaggio è un metodo terapico), ci sono controindicazioni: il linfodrenaggio è severamente sconsigliato nei soggetti affetti da infiammazioni acute, tumori maligni, edema cardiaco. Anche chi soffre di alterazioni pressorie (ipo/ipertensione) non dovrebbe sottoporsi a trattamenti linfodrenanti, così come le persone asmatiche e le donne durante il ciclo mestruale.
È consigliabile praticare sport e seguire un'alimentazione sana e regolare, priva di eccessi e ricca di liquidi (acqua), allo scopo di stimolare il metabolismo, riattivare la circolazione e ridurre gli accumuli di grasso, favorendo lo scambio idrico. Attraverso la messa in pratica di questi semplici accorgimenti, il linfodrenaggio è sicuramente favorito e può dare buoni frutti in tempi ristretti.
La tecnica del linfodrenaggio si attua tramite applicazione di un leggero movimento pressorio sulla cute, che dev'essere lento e delicato, avendo cura di applicare spinte tangenziali. Il linfodrenaggio deve seguire il percorso della linfa: a tal proposito, il massaggio richiede d'iniziare a livello del collo, zona in cui si trovano i linfonodi dove la linfa si mescola al circolo ematico. Solo successivamente, la tecnica procede nelle altre zone del corpo.
I movimenti tipici del massaggio sono quattro: spinte circolari, rotatorie, movimenti a pompaggio ed erogatori.
I movimenti circolari, che devono essere sempre applicati in modo leggero ma contemporaneamente consistente, in genere si effettuano a livello del collo e del viso: il linfodrenaggio, frequentemente, comincia proprio con questo massaggio circolare, per il fatto che, come accennato, a livello del collo il circolo ematico e linfatico si mescolano per mezzo di linfonodi presenti nell'area suddetta.
Il massaggio prosegue con movimenti rotatori, in cui l'esperto fisioterapista esegue movimenti con il polso, alzandolo ed abbassandolo, frizionando la mano sulla cute in modo circolare.
Successivamente, il linfodrenaggio prevede movimenti a pompaggio: si altera la pressione dei tessuti per permettere una circolazione migliore della linfa (il fisioterapista sposta la pelle del paziente cercando di “disegnare” una sorta di cerchi ovali, spostando le dita nella stessa direzione).
Tutti questi movimenti vengono alternati con una frizione erogatrice, che consiste nel movimento rotatorio del polso sulla pelle del paziente.
La manualità del fisioterapista rappresenta sicuramente un fattore importantissimo. Con l'esperienza, infatti, lo specialista affina la capacità di applicare il linfodrenaggio: il massaggio deve seguire il flusso linfatico e la frizione sulla pelle non dev'essere troppo pesante, per evitare che il paziente percepisca dolore; la cute, inoltre, non deve arrossare dopo la seduta (non a caso il linfodrenaggio è spesso definito anche “massaggio dolce”). Solamente nel caso in cui il fisioterapista applichi queste regole base, il linfodrenaggio potrà svolgere gli effetti terapeutici desiderati. Il massaggiatore, oltre alle suddette regole basilari, deve mettere in pratica alcuni piccoli - ma efficaci – accorgimenti, in modo che il soggetto possa trarre ancor più beneficio dal linfodrenaggio: le mani del fisioterapista devono essere calde, anche l'ambiente dev'essere idoneo: la temperatura non dev'essere eccessivamente calda o fredda, il paziente dev'essere comodo, i muscoli non devono essere tesi, le aree del corpo non interessate dal linfodrenaggio devono essere coperte, la pressione del massaggio dovrebbe aumentare gradatamente e, a conclusione del massaggio, il soggetto dovrebbe riposare circa 15 minuti.
Il linfodrenaggio va effettuato direttamente con le mani, senza l'ausilio di oli o creme, perché il contatto con la pelle del paziente dev'essere diretto: le creme favorirebbero lo scivolamento delle mani lungo il corpo, mentre l'attrito risulta fondamentale per spingere la pelle e i liquidi ristagnanti in modo appropriato. La pressione esercitata dalle mani dello specialista sulla pelle del paziente non dev'essere eccessiva, per evitare d'incrementare il passaggio di liquidi dai tessuti ai vasi ematici ma favorire, viceversa, il drenaggio dei liquidi linfatici.
È raro che in una sola seduta le manovre del linfodrenaggio possano risolvere completamente l'edema, nonché il ristagno dei liquidi; generalmente, il paziente si deve sottoporre a più trattamenti per ottenere buoni risultati duraturi. Ovviamente, la frequenza e la durata delle sedute saranno stabilite in base al disturbo del paziente.
Come tutte le terapie (poiché il linfodrenaggio è un metodo terapico), ci sono controindicazioni: il linfodrenaggio è severamente sconsigliato nei soggetti affetti da infiammazioni acute, tumori maligni, edema cardiaco. Anche chi soffre di alterazioni pressorie (ipo/ipertensione) non dovrebbe sottoporsi a trattamenti linfodrenanti, così come le persone asmatiche e le donne durante il ciclo mestruale.
È consigliabile praticare sport e seguire un'alimentazione sana e regolare, priva di eccessi e ricca di liquidi (acqua), allo scopo di stimolare il metabolismo, riattivare la circolazione e ridurre gli accumuli di grasso, favorendo lo scambio idrico. Attraverso la messa in pratica di questi semplici accorgimenti, il linfodrenaggio è sicuramente favorito e può dare buoni frutti in tempi ristretti.
(Fonti varie)
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