Sportivi o sedentari? Dalle analisi condotte dal Centro studi di Technogym, il leader mondiale del settore delle attrezzature sportive, emerge che gli italiani fanno poco movimento. Il benessere e la forma fisica vengono trascurati, anche se aumenta il numero di quanti via via modificano il loro stile di vita in meglio.
Le varie ricerche, elaborate dal centro studi Technogym, confermano le tendenze. All'arrivo dell'estate, quattro italiani su cinque sono insoddisfatti della propria forma fisica e affrontano il cambio di stagione con un senso di inadeguatezza e scontentezza. Il recente studio condotto dall'associazione 'Donne e qualità della vita' su un campione di 300 persone di età compresa tra i 30 e i 50 anni rivela il profondo senso di disagio associato all'esibizione del proprio corpo in pubblico: il 35% delle persone intervistate manifesta un senso di depressione perchè ritiene di non corrispondere al proprio ideale estetico.
Gli inestetismi piu fastidiosi risultano essere cellulite e smagliature per le donne, la pancetta per gli uomini, il tessuto adiposo delle braccia e la gobbetta sul naso per entrambi. L'insoddisfazione diffusa di un popolo di norma attento all'estetica e al look si colloca in un quadro generale della salute del paese non allarmante, pur meritando comunque attenzione, secondo i risultati di una ricerca commissionata dall'Unione Europea sull'obesità.
Gli inestetismi piu fastidiosi risultano essere cellulite e smagliature per le donne, la pancetta per gli uomini, il tessuto adiposo delle braccia e la gobbetta sul naso per entrambi. L'insoddisfazione diffusa di un popolo di norma attento all'estetica e al look si colloca in un quadro generale della salute del paese non allarmante, pur meritando comunque attenzione, secondo i risultati di una ricerca commissionata dall'Unione Europea sull'obesità.
Lo studio, condotto su un campione di circa 1.000 persone in 25 paesi dell'Unione, ha calcolato l'IMC (indice di massa corporea) del cittadino medio, per stilare una classifica dei paesi piu sani. Per essere considerato in salute, un individuo deve registrare un indice tra 18,5 e 25, tra 25 e 30 si è sovrappeso, oltre 30 si è obesi. I risultati della ricerca rivelano che l'Italia e la Francia sono i paesi più magri e più sani (con rispettivamente un IMC medio di 24,3 e 24,5), ma a livello europeo la situazione peggiora: la maggior parte dei paesi europei (20 su 25) si classifica come sovrappeso ( Malta 26,6 - Grecia 25,9 - Finlandia 25,8 - Lussemburgo 25,7 -Ungheria 25,6).
Nonostante le cifre siano eloquenti, solo il 38% dei cittadini europei si considera sovrappeso e indica la vita sedentaria e la mancanza di attività fisica come ragioni principali della propria condizione fisica non perfetta. Solo un terzo della popolazione dichiara infatti di fare sport con regolarità e l'obesità sta diventando una delle priorità nell'agenda dei paesi europei. Secondo i dati Istat del 2007 solo il 30% della popolazione italiana pratica un'attività sportiva: il 21% lo fa in modo continuativo, mentre il 10% solo saltuariamente. Circa il 29% degli italiani che non praticano sport svolgono comunque un'attività fisica contro il 40% che invece si definisce sedentario. L'indagine precisa che una regolare attività fisica non solo aiuta a migliorare lo stato di salute e la soddisfazione di se stessi, ma contribuisce anche a sviluppare i rapporti sociali.
Nonostante le cifre siano eloquenti, solo il 38% dei cittadini europei si considera sovrappeso e indica la vita sedentaria e la mancanza di attività fisica come ragioni principali della propria condizione fisica non perfetta. Solo un terzo della popolazione dichiara infatti di fare sport con regolarità e l'obesità sta diventando una delle priorità nell'agenda dei paesi europei. Secondo i dati Istat del 2007 solo il 30% della popolazione italiana pratica un'attività sportiva: il 21% lo fa in modo continuativo, mentre il 10% solo saltuariamente. Circa il 29% degli italiani che non praticano sport svolgono comunque un'attività fisica contro il 40% che invece si definisce sedentario. L'indagine precisa che una regolare attività fisica non solo aiuta a migliorare lo stato di salute e la soddisfazione di se stessi, ma contribuisce anche a sviluppare i rapporti sociali.
Negli ultimi 10 anni gli sportivi sono aumentati dell' 1,8%, mentre i sedentari del 3%, contro una crescita generale della popolazione dell'1,5. Italiani piu sportivi quindi, ma l'aumento degli inattivi è comunque macroscopico, non solo come conseguenza dell'invecchiamento della società, ma anche a causa della riduzione della fascia mediamente attiva (-3,4%). Con oltre il 36% di persone che praticano attività fisica nel tempo libero, il Nord ed in particolare il Nord-est si attesta come la parte piu sportiva d'Italia, segue poi il Centro che resta nella media nazionale con circa il 30% mentre nel Meridione e nelle Isole la percentuale di sedentari supera il 50%.
Per quanto riguarda le fasce d'età, sono i giovani quelli che praticano piu sport, in particolare i maschi tra gli 11 e i 14 anni e le femmine tra i 6 e i 10. In generale, i maschi praticano piu attività sportiva (37%) rispetto alle donne (24%), ma dai 45-54 anni queste differenze si attenuano.
Per quanto riguarda le fasce d'età, sono i giovani quelli che praticano piu sport, in particolare i maschi tra gli 11 e i 14 anni e le femmine tra i 6 e i 10. In generale, i maschi praticano piu attività sportiva (37%) rispetto alle donne (24%), ma dai 45-54 anni queste differenze si attenuano.
Più sport contro il disagio psicologico
Un recente studio pubblicato sul British Journal of Sports Medicine, condotto su piu di 19.000 persone tra uomini e donne, ha indagato sul legame fra stato mentale e attività fisica svolta. I partecipanti hanno annotato ogni tipo di esercizio fisico svolto, dalle passeggiate allo sport, dal giardinaggio ai lavori domestici, specificando frequenza e intensità. 3.200 partecipanti soffrivano di difficoltà psicologica di livello elevato e dalla ricerca è emerso che l'attività fisica svolta per almeno 20 minuti la settimana è associata ad un minore rischio di disagio psicologico. "Essere attivi può aiutare a gestire lo stress- dice Mark Hamer, ricercatore all'University College London's Department of Epidemiology, che ha partecipato all'indagine- pertanto il consiglio è di attenersi alle attuali linee guida, che suggeriscono almeno 30 minuti di esercizio da moderato e intenso cinque volte a settimana". Secondo l'IHRSA - International Health & Raquet Sport Associtation -, l'attività fisica protegge contro la depressione e l'attività sportiva nelle scuole riduce il rischio di stress e depressione in età adulta.
Da uno studio durato 10 anni, è dimostrato che l'esercizio fisico regolare è molto raramente associato a casi di depressione sia riferita spontaneamente che diagnosticata dai medici. Inoltre, l'attività fisica regolare riduce i sintomi depressivi e migliora il benessere emotivo: è stata infatti trovata una correlazione fra l'attività cadio-respiratoria e la riduzione della depressione unita a un miglioramento del benessere emotivo.
Chi fa sport resta giovane più a lungo
Uno studio condotto su piu di 2000 coppie di gemelli da Lynn Cherkas del King's College di Londra ha riscontrato che tre ore e mezza di attività fisica settimanale possono cambiare l'età biologica dell'organismo, facendola risultare fino a 10 anni piu giovane rispetto a quella di chi conduce una vita sedentaria. Lo studio si è basato sull'osservazione dei telomeri, brevi sequenze di Dna poste agli estremi dei cromosomi e che proteggono questi dall'usura del tempo. La lunghezza dei telomeri si riduce man mano che le cellule si riproducono e può indicare l'età delle cellule stesse e quindi, su piu larga scala, dell'organismo. Ai volontari è stato fatto compilare un questionario in cui dovevano descrivere il loro stile di vita, la pratica sportiva e le abitudini alimentari. Dai risultati è emerso uno stretto legame tra la lunghezza dei telomeri e l'attività fisica. In media si è visto che, tra chi praticava sport per almeno 3 ore e mezza a settimana e chi conduceva una vita del tutto sedentaria, la differenza corrispondeva a circa dieci anni. Secondo quanto riportato dall'IHRSA - International Health & Raquet Sport Association - un nuovo studio in campo di endocrinologia ha stabilito che l'esercizio fisico è piu determinante del peso nel determinare la longevità dei diabetici di sesso maschile. I ricercatori hanno studiato 2.690 pazienti diabetici per un periodo di sette anni, la maggior parte dei quali sovrappeso o obesi, e hanno rilevato che chi praticava piu esercizio fisico, sia che avesse un peso forma o fosse sovrappeso, aveva il 40% in meno di probabilità di morte rispetto a chi non faceva esercizio fisico. Fra gli obesi, la percentuale saliva al 52%.
L'IHRSA riferisce inoltre i risultato di uno studio giapponese, secondo il quale le persone che praticano attività fisica hanno meno probabilità di quelle sedentarie di sviluppare vari tipi di tumore, specialmente al colon, al fegato, al pancreas per quanto riguarda gli uomini e allo stomaco nel caso delle donne.
Gli uomini piu attivi hanno il 13% in meno di probabilità di sviluppare un tumore rispetto quelli meno attivo. Fra le donne la differenza sale al 16%. Uno studio brasiliano ha inoltre dimostrato che un moderato esercizio aerobico può ridurre l'ansia e migliorare la qualità del sonno di pazienti che soffrono di insonnia.È risultato infatti che chi pratica una moderata attività aerobica vedeva ridursi il tempo di veglia del 36% e aumentare il tempo totale di sonno del 21%, con una diminuzione del livello di ansia del 7%. Secondo quanto riportato dall'IHRSA, l'attività fisica anche moderata riduce la stanchezza, il mal di schiena e la costipazione nelle donne: l'esercizio fisico diminuisce significativamente queste patologie croniche su tutte le fasce di età (campioni: 14.202 dai 18 ai 23 anni, 13.609 dai 45 ai 50 e 11.400 dai 70 ai 75). Inoltre, al crescere del peso aumenta il rischio di asma, secondo quanto risultato da un'indagine condotta su un campione totale di 333.102 soggetti. Gli individui con indice di massa corporea superiore a 25 (sovrappeso) hanno il 50% in piu di possibilità rispetto agli altri di diventare asmatici.
Gli iscritti a palestre generalmente hanno maggiori probabilità di seguire stili di vita salutari: dopo aver analizzato 236 iscritti a palestre e 302 non iscritti, le ricerche hanno indicato che gli iscritti sono più attenti al proprio stato di salute e regolarmente si sottopongono a visite mediche e controlli. Gli uomini che fanno regolarmente esercizio fisico hanno il 30% in meno di probabilità di sviluppare disfunzioni erettili, secondo uno studio durato 14 anni e che ha preso in considerazione circa 22.000 uomini di età compresa fra 40 e 75 anni. Gli individui a rischio di disfunzioni erettili sottoposti a regolare attività fisica hanno mostrato notevoli benefici.
Benessere e Terza età
La trasformazione demografica che ha investito la società, cambiando stili e abitudini, ha rivoluzionato anche il concetto di Terza età. Oggi una fascia sempre più ampia della popolazione è composta da anziani che rispetto alle generazioni precedenti di loro coetanei sono molto più attivi. L'inattività un tempo legata alle classi di età over 60 è stata sostituita da un impegno maggiore sia nel campo lavorativo, con l'innalzamento dell'età pensionabile, sia per quanto riguarda il tempo libero e gli interessi. Molti arrivano in buona salute sino a circa 75 anni, età in cui possono manifestarsi malattie degenerative (mancanza di calcio, problemi di artrosi, di cuore ecc). Per vivere meglio la vecchiaia è fondamentale prepararsi adottando buone norme dietetiche, fisiche e psicologiche già dai cinquant'anni. Praticare attività fisica facendo una passeggiata o andando in palestra, seguire una dieta equilibrata e ricca di sostanze antiossidanti, tenere allenata la memoria attraverso esercizi che stimolano la mente sono alcuni degli accorgimenti che aiutano a vivere meglio. Uno studio condotto da IHRSA - International Health & Raquet Sport Association - ha dimostrato che l'esercizio fisico regolare riduce la possibilità di sviluppare problemi collegati all'artrite: per chi soffre di artrite, la mancanza di movimento può aggravare la malattia.
Una ricerca che ha coinvolto 3.554 uomini e donne di età compresa fra 53 e 63 anni ha scoperto che, fra chi già soffre di artrite, l'attività fisica regolare - sono sufficienti 30 minuti di attività 5 giorni a settimana - riduce del 10% la possibilità di peggioramento delle condizioni patologiche. Inoltre, le funzioni cognitive migliorano nelle donne che praticano anche solo 1 ora e mezza di camminata alla settimana: uno studio basato su 18.766 donne di età compresa fra i 70 e gli 81 anni ha rilevato non solo che l'esercizio regolare può migliorare l'attività cerebrale, ma anche ridurre il rischio di decadimento cognitivo del 20%. Allenarsi almeno 15 minuti 3 giorni a settimana riduce il rischio di demenza senile e Alzheimer del 40%: uomini e donne oltre i 65 anni attraverso l'esercizio fisico hanno drasticamente ridotto la possibilità di sviluppare condizioni di demenza senile o Alzheimer.
La trasformazione demografica che ha investito la società, cambiando stili e abitudini, ha rivoluzionato anche il concetto di Terza età. Oggi una fascia sempre più ampia della popolazione è composta da anziani che rispetto alle generazioni precedenti di loro coetanei sono molto più attivi. L'inattività un tempo legata alle classi di età over 60 è stata sostituita da un impegno maggiore sia nel campo lavorativo, con l'innalzamento dell'età pensionabile, sia per quanto riguarda il tempo libero e gli interessi. Molti arrivano in buona salute sino a circa 75 anni, età in cui possono manifestarsi malattie degenerative (mancanza di calcio, problemi di artrosi, di cuore ecc). Per vivere meglio la vecchiaia è fondamentale prepararsi adottando buone norme dietetiche, fisiche e psicologiche già dai cinquant'anni. Praticare attività fisica facendo una passeggiata o andando in palestra, seguire una dieta equilibrata e ricca di sostanze antiossidanti, tenere allenata la memoria attraverso esercizi che stimolano la mente sono alcuni degli accorgimenti che aiutano a vivere meglio. Uno studio condotto da IHRSA - International Health & Raquet Sport Association - ha dimostrato che l'esercizio fisico regolare riduce la possibilità di sviluppare problemi collegati all'artrite: per chi soffre di artrite, la mancanza di movimento può aggravare la malattia.
Una ricerca che ha coinvolto 3.554 uomini e donne di età compresa fra 53 e 63 anni ha scoperto che, fra chi già soffre di artrite, l'attività fisica regolare - sono sufficienti 30 minuti di attività 5 giorni a settimana - riduce del 10% la possibilità di peggioramento delle condizioni patologiche. Inoltre, le funzioni cognitive migliorano nelle donne che praticano anche solo 1 ora e mezza di camminata alla settimana: uno studio basato su 18.766 donne di età compresa fra i 70 e gli 81 anni ha rilevato non solo che l'esercizio regolare può migliorare l'attività cerebrale, ma anche ridurre il rischio di decadimento cognitivo del 20%. Allenarsi almeno 15 minuti 3 giorni a settimana riduce il rischio di demenza senile e Alzheimer del 40%: uomini e donne oltre i 65 anni attraverso l'esercizio fisico hanno drasticamente ridotto la possibilità di sviluppare condizioni di demenza senile o Alzheimer.
Dall'UE libro bianco sull'attività fisica contro l'obesità
In seguito alle proposte contenute nel Libro Bianco 'Una strategia europea sugli aspetti sanitari connessi all'alimentazione, al sovrappeso e all'obesità' presentato il 30 maggio 2007 dalla Commissione Europea, il Parlamento europeo ha adottato delle conclusioni riguardanti la promozione della salute attraverso l'educazione a un'alimentazione corretta e all'attività fisica. Infatti negli ultimi tre decenni i livelli di obesità e sovrappeso sono notevolmente aumentati ed in particolare nel 2006 la percentuale di bambini con problemi di sovrappeso ha raggiunto il 30%. Il Parlamento in questo modo sollecita direttamente gli Stati membri ad agire. Secondo i risultati della consultazione effettuata dall'Unione Europea alla fine del 2006, i disturbi connessi all'obesità pesano per il 7% sui costi sanitari dell'UE ed interessano il 27% degli uomini e il 38% delle donne.
In seguito alle proposte contenute nel Libro Bianco 'Una strategia europea sugli aspetti sanitari connessi all'alimentazione, al sovrappeso e all'obesità' presentato il 30 maggio 2007 dalla Commissione Europea, il Parlamento europeo ha adottato delle conclusioni riguardanti la promozione della salute attraverso l'educazione a un'alimentazione corretta e all'attività fisica. Infatti negli ultimi tre decenni i livelli di obesità e sovrappeso sono notevolmente aumentati ed in particolare nel 2006 la percentuale di bambini con problemi di sovrappeso ha raggiunto il 30%. Il Parlamento in questo modo sollecita direttamente gli Stati membri ad agire. Secondo i risultati della consultazione effettuata dall'Unione Europea alla fine del 2006, i disturbi connessi all'obesità pesano per il 7% sui costi sanitari dell'UE ed interessano il 27% degli uomini e il 38% delle donne.
Nel maggio 2007 è stato presentato dalla Commissione Europea il Libro Bianco sullo Sport per evidenziare il fatto che la mancanza di attività fisica riduce la qualità della vita e mette in pericolo il benessere dei cittadini europei, sempre piu colpiti da malattie croniche come il diabete e i disturbi cardiovascolari che rappresentano una spesa alta nel bilancio sanitario dell'UE. Anche l'Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) consiglia agli adulti di svolgere attività sportiva per 30 minuti al giorno, ai bambini per un'ora.
In Italia poca educazione alimentare
Un'indagine condotta dal Coni Milano ha fotografato le abitudini alimentari di 6000 bambini sotto i dieci anni, intervistati in 150 scuole elementari del capoluogo e della provincia. I risultati offrono un'immagine piuttosto sconfortante dell'infanzia, fatta di inattività e abitudini scorrette, ma anche di solitudine in alcuni casi. Il 23% dei bambini coinvolti infatti non pranza, mentre il 32% salta la cena. Maschi e femmine sembrano avere dimenticato la merenda di metà mattina (58%) e le preferenze sulla merenda del pomeriggio si concentrano su cibi poco sani, come merendine, patatine e gelati (solo il 6% consuma un frutto). Il 28% non fa colazione e un altro 18% non ha abitudini stabili al riguardo. Infine il 72% di essi, soprattutto le bambine, consuma i pasti da solo e li vive come un obbligo del tutto privo di implicazioni conviviali.
Un'indagine condotta dal Coni Milano ha fotografato le abitudini alimentari di 6000 bambini sotto i dieci anni, intervistati in 150 scuole elementari del capoluogo e della provincia. I risultati offrono un'immagine piuttosto sconfortante dell'infanzia, fatta di inattività e abitudini scorrette, ma anche di solitudine in alcuni casi. Il 23% dei bambini coinvolti infatti non pranza, mentre il 32% salta la cena. Maschi e femmine sembrano avere dimenticato la merenda di metà mattina (58%) e le preferenze sulla merenda del pomeriggio si concentrano su cibi poco sani, come merendine, patatine e gelati (solo il 6% consuma un frutto). Il 28% non fa colazione e un altro 18% non ha abitudini stabili al riguardo. Infine il 72% di essi, soprattutto le bambine, consuma i pasti da solo e li vive come un obbligo del tutto privo di implicazioni conviviali.
Condotta dal Coni Milano, l'indagine rientra in un percorso di analisi intrapresa nel 2004 e proseguita nel 2006 e 2007 sugli aspetti funzionali, alimentari e sociali dell'attività sportiva, a cui sono state dedicate piu di 6 mila ore di attività. In tutto sono stati monitorati 36 mila bambini: ne sono stati indagati le abilità motorie, le abitudini alimentari e infine gli aspetti di relazione e sociali connessi al problema del peso, obesità e sottopeso. L'80 per cento dei bambini milanesi che praticano sport (solo il 50 per cento della popolazione di 10 anni) può vantare comportamenti e salute migliori dei coetanei inattivi: l'80 di essi si alimenta correttamente e piu del 90 per cento gode di ottima salute...
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