lunedì 27 giugno 2011

Bambini e nuoto

Con la chiusura delle scuole e l'approssimarsi delle vacanze molti genitori si ricordano delle lotte che fanno con i figli al mare per farli uscire dall'acqua. Altri genitori invece faticano proprio a farceli entrare in acqua, e cosi prima di partire per le ferie iscrivono i bambini a corsi di nuoto last minute...  Non che sia sbagliato cercare di far prendere confidenza con l'acqua ai bambini, ma spesso un bambino che ha paura non si lascerà andare neanche tra le braccia esperte dell'istruttore, che spesso tralascerà un pò gli altri bambini per dedicarsi alle difficoltà di un singolo. 
Chi ha a cuore questo sort quindi consiglia di iscrivere il bambino ad un corso annuale che guiderà il bambino dalle prime fasi, quelle dell'acquaticità, alle prime bracciate.
L‘acquaticità non è un corso di nuoto. I neonati non imparano a nuotare bensì a prendere confidenza con l’acqua tramite esercizi-gioco coordinati dall’istruttore, con l’aiuto del genitore che entra in acqua col bambino.
I corsi di acquaticità sono rivolti ai bambini dai 3 mesi in poi, ovvero dopo le prime vaccinazioni, quando il sistema immunitario è sufficientemente sviluppato e protetto per entrare in piscina e stare a contatto con gli altri bimbi. Dai 2-3 anni, dipende da come sono strutturati i corsi, il bambino può partecipare a corsi collettivi propedeutici al nuoto.
Rivestono una notevole importanza la pulizia e l’igene dell’ambiente e la temperatura dell’acqua che deve essere di circa 32°, diversamente dalle normali piscine che hanno una temperatura più bassa. Gli spogliatoi dovrebbero essere attrezzati di fasciatoi e box che consentano al genitore di sistemare borsoni e materiali senza dover tenere il bimbo in braccio. Meglio utilizzare le doccie, dopo la lezione, già presso la struttura, per togliere il cloro dalla pelle del bimbo.
In generale l’attrezzatura dovrebbe essere composta di: costume, cuffia, ciabatte e accappatoio per il genitore; per il bimbo costume idoneo per la ritenzione di pipì e altro, accappatoio, doccia-shampoo, pannolini di cambio, un cambio completo di scorta (lo menziono per esperienza, capita infatti che i vestiti tra doccia e costumini bagnati, si inzuppino e la scorta diventa preziosa!), la merendina (crackers o frutta) per il dopo piscina…i bimbi ne escono affamati!
La prima immersione in acqua deve avvenire in modo graduale. In molti casi le prime lezioni vengono svolte per la maggior parte fuori dall’acqua, su dei tappetini a bordo piscina, al centro dei quali vengono posti gli stessi giochi con cui il bimbo giocherà in seguito in acqua. I bimbi cominciano a familiarizzare tra loro, i genitori si conoscono. Capita che venga diffusa musica per bambini, per rendere l’ambiente il più ludico e divertente possibile. La prima immersione è diversa per ciascun bambino. Alcuni traggono subito piacere dall’assenza di gravità in acqua, dal fluttuare tra i giochini che galleggiano. Altri ancora si spaventano. Ecco allora che il genitore gioca un ruolo fondamentale, perchè saprà consolare, rassicurare con un amoroso abbraccio il bimbo impaurito. L’insistenza non è mai una buona soluzione, meglio distrarsi con i giochini, eventualmente anche fuori dall’acqua, se il bimbo proprio non ritrova serenità.
Superata la fase dell'acquaticità il bambino stesso mostrerà le proprie doti all'istruttore che deciderà o meno di "mandarlo" nella piscina dei bimbi grandi. 
In una seconda fase il bambino verrà accompagnato all'acquisizione della piena autonomia in acqua e verranno introdotti i primi esercizi di propulsione, e i primi esercizi a dorso.
quando l'istruttore riterrà acquisiti i fondamentali del nuoto lo introdurrà nello sport vero e proprio, questa è la fase più tecnica volta ad apprendere lo stile per poi cominciare a partecipare agli appuntamenti agonistici.
La cultura popolare vede nel nuoto la disciplina che maggiormente soddisfa l’esigenza di sport omnicomprensivo”, ma, ad un esame più attento, risulta evidente che neppure il nuoto può fregiarsi di questo titolo, perché, ad esempio, non interviene su importanti qualità quali l’abilità di coordinare il corpo rispetto allo spazio circostante, la propiocettivtà,  la capacità di saltare, correre o lanciare oggetti e la capacità di socializzare e di lavorare insieme agli altri per un obiettivo comune.
Una regolare attività in acqua contribuisce ad un migliore sviluppo psicomotorio nei bambini.
L’attività motoria in acqua è la più indicata per i bambini che percepiscono l’acqua più come un divertimento che come uno sport.
È importante che l’attività in acqua entri a far parte della vita dei bambini fin da subito, perché un bambino impara a familiarizzare con l’acqua molto più velocemente e con meno paure rispetto ad un adulto.
L’acqua è la fonte della vita dell’uomo e lo accompagna per tutta la sua esistenza.
I benefici principali che l’attività in acqua dona ai bambini sono:
- rilassamento e divertimento
- movimento in assenza di gravità e peso
- crescita coordinata e agilità
- aumento della forza fisica
- sviluppo del cuore e dei polmoni con un allenamento naturale della respirazione
- polmoni e cuore più sviluppati e resistenti
- stimolazione sull'attenzione e sulla consapevolezza

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