venerdì 10 giugno 2011

Nucleare: i danni alla nostra vita

Già la semplice parola “nucleare“ fa paura perché evoca tragedie immani come le bombe atomiche sganciate su Hiroshima e Nagasaki alla fine dell’ultima guerra mondiale o l’incidente di Chernobyl o ultimamente di Fukushima. 
Pochissimi collegano invece quel termine al suo significato originale ovvero a quella particella piccolissima e densa che sta al centro dell’atomo e che fu individuata, con un esperimento memorabile per chiarezza e semplicità, dal fisico inglese Ernest Rutherford nel 1911.  
Le bombe su Hiroshima e Nagasaki, con le migliaia di morti che provocarono e per le dolorose conseguenze genetiche che cagionarono, hanno rappresentato una delle manifestazioni più terribili della malvagità umana e tutti si augurano che una simile tragedia non abbia più a ripetersi. D'altra parte anche l’uso pacifico del nucleare come fonte energetica alternativa è ritenuta un reale pericolo per la salute e per l’ambiente, come in modo inequivocabile ha dimostrato l’incidente di Chernobyl e dopo il terremoto in Giappone, la fuoriuscita delle scorie dalla centrale di Fukushima.
Il vero problema del nucleare non è tanto la costruzione delle centrali ma lo smaltimento delle scorie radioattive.
Per scorie nucleari si intendono soprattutto quei materiali che, trovandosi nel reattore o nei pressi, sono soggetti a una continua emissione di radiazioni. Dal semplice bullone alle componenti mettaliche più grandi (pareti, contenitori ecc.). Al termine del ciclo di vita della centrale nucleare, questi oggetti devono essere trattati come rifiuti speciali da trattare con molta attenzione in quanto fortemente radioattivi, e quindi pericolosi. Oggi queste scorie vengono sotterrate dentro cave di sale, ma per perdere la loro pericolosità ci vogliono centinaia di anni, nel corso del quale producono danni genetici irreparabili. Forse sarebbe preferibile sfruttare di più le energie rinovabili come il solare e l'eolico, che non producono scorie dannose per la nostra salute.

                                                                                                    (Fonti varie)

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