venerdì 6 maggio 2011

Mamma come nascono i bambini?

Come rispondere alla fatidica domanda. La sessualità è una realtà tormentata, è sempre stata motivo di preoccupazione e minaccia per i sistemi sociali ed educativi. 
 
Non ne è esente il sistema familiare, pensiamo a quando le dinamiche all'interno della famiglia subiscono grossi scossoni a causa della presenza di spinte di autonomia e ribellione del figlio adolescente che vuole definire la propria identità e la propria sessualità.
Partiamo, però, dal presupposto che quando si parla di sessualità non si intende esclusivamente il rapporto agito, ma tutta l'evoluzione dell'individuo “sessuato” dalla nascita fino alla fine della vita.
Così anche il bambino è un essere sessuato capace di manifestare pulsioni, l'intero suo corpo è fonte di intense percezioni sensoriali, normalmente molto gratificanti, come ad esempio succhiare dal seno della madre e riceverne oltre che cibo, amore. Questa premessa vorrebbe tentare di spiegare come anche molto piccolo, l'essere umano, è in grado nel ricevere e nel dare piacere, di riconoscerlo e di ricercarlo.
L'individuo adulto approccerà un piacere più evoluto che conserva “in memoria” l'antico piacere ricevuto nel rapporto con la madre.
Chiediamoci perchè, allora, quando si ha a che fare con la parola sesso ci irrigidiamo di colpo, soprattutto se siamo di fronte ad un bambino? Perchè il concetto di “piacere” che sta dietro questa parola ci disarma al punto che non sappiamo più cosa dire?
Il sesso ha sempre riguardato una sfera misteriosa, nascosta in molte culture, compresa la nostra. E' retaggio culturale ed educativo, purtroppo è anche tabù, molto presente ai nostri giorni nonostante i messaggi disinibiti dei mass-media.
Ma chiediamoci perchè al bambino che vive in seno ad una famiglia “sana” e che vede costantemente come si muove, come relaziona e comunica la coppia in qualità di uomo e donna non sia possibile, anzi auspicabile, spiegare il mistero della nascita?
E' un mistero che non dovrebbe più rimanere tale, il bambino, anche in età di scuola dell'infanzia (4-5 anni) potrebbe maturare delle riflessioni su causa ed effetto e chiedersi, ad esempio, nel vedere la mamma di una sua compagna con il pancione che cosa sarà mai, perchè solo alcune donne ce l'hanno, perchè la sua mamma non ce l'ha.
La parola d'ordine è il rispetto, per meglio dire, il rispetto dell'intelligenza del bambino che, seppur piccolo, ha tutto il diritto si sapere veramente come stanno le cose, la verità.
Egli ha molta fiducia nell'adulto e non metterebbe mai in discussione una tesi falsa che le viene proposta ma , nel momento in cui disporrà di strumenti adeguati atti a far maturare in lui giudizio critico, egli si sentirà tradito e la sua fiducia generale, che definirei quasi cosmica, nei confronti del mondo adulto, verrà meno.
Quando il bambino vi pone quella domanda che voi avete sempre temuto prima o dopo che sarebbe arrivata, anzichè disperare dovrete gioire, sarà questo il segnale di crescita cognitiva del vostro bambino e segnala l'arrivo ad una tappa importante dello sviluppo del pensiero: la capacità di astrazione, di simbolizzazione.
Ora saprete con certezza che egli è “pronto” per ricevere una vostra spiegazione accuratamente composta da termini semplici che siano a lui comprensibili ma non per questo dovranno essere privi di scientificità, rigore e correttezza.
Il genitore non dovrà diventare e improvvisarsi un esperto in educazione sessuale, dovrà affidarsi alla propria enfasi affettiva e protettiva, ricordando sempre, però, che ha di fronte un essere “pensante” che in quel momento manifesta una richiesta di soddisfazione di un bisogno conoscitivo.
Non c'è una ricetta o uno schema da seguire dal momento che ogni bambino è portatore di un proprio universo, un proprio vocabolario che il genitore, se attento, conosce perfettamente.
Così come non è mai sbagliato parlare con chiarezza di fronte ad una domanda allo stesso modo è sconsigliabile anticipare lo sviluppo del bambino, ossia parlare di questioni, quindi anche quelle relative alla sessualità, quando il piccolo non manifesta ancora delle curiosità. L'adulto che vuole “insegnare” seguendo un proprio bisogno non rispetta i tempi del bambino e potrebbe generare in lui ansie inutili e dannose.
Il bambino “rispettato” nella sua capacità di comprendere diventerà l'adolescente provvisto di attrezzi propri che lo aiuteranno a muoversi autonomamente e con giudizio critico, sarà l'adulto in grado di relazionare e di riproporre il modello della coppia che ha vissuto in famiglia attraverso la partecipazione e il coinvolgimento emotivo.
 Ricordatevi che un bacio di mamma e papà di fronte al bambino è un meraviglioso messaggio di sessualità, affetto, ma soprattutto di amore e giunge molto più efficacemente di mille parole.

                                                                                                       (Fonti varie)

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